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Elisabetta Beneforti

 

 

 

 

 

fotografia di Melania Lanzini
fotografia di Melania Lanzini

 

 

 

 

 

da                                                                             "senza permesso"

#

 

la veggenza oh folle cadenza

mia folle scadenza

queste parole sono stracci

queste parole sono senza permesso

raccontano proiezioni devastanti di tutti

tutti noi sognatori

queste parole sono scorribande

queste parole sono come vivande

oh mettiamoci in cammino

ossa e nervature sottopelle stanno

occhi assonnati un po’ fusi sono

quello che hanno in dote le ragazze sole

e cose troppo forti per finirle

in ore, minuti, secondi

c’è uno spazio dove si è possibili

dove le parole si squagliano e hanno senso

scendiamo dai piani alti

mettiamoci al lavoro

prima che i ranuncoli accadano nel prato

obliquamente ondeggianti tra i venti

placidi dormienti

abbiamo sogni da vidimare

abbiamo memorie da sopire

abbiamo bicchieri da riempire

quanto sarà ancora abbastanza

a chiudere le giornate

 

#

eravamo già a febbraio

e l’elogio della brevità ancora non mi apparteneva

la pace che sia e il caldo anche

l’acqua almeno accarezza più ordini di emozioni

una per essere insieme

due per giocherellare come bimbi

tre per i veglioni di marzo

quattro per non essere abbandonati

come in stazione alle otto

di un sabato sera

stanco e stracciato come pochi e come sempre

sta aggrappato a sigarette a condensa sul vetro

a catastrofi a riprese

esempi dal quotidiano spicciolo

in più mondi paralleli

anche si fa fatica o si gioisce

a volte, come si parla

 

#

la fascinazione viene da

le cose belle che metti insieme

piccolissime e belle cose

ho guardato molto oggi

sono esausta e piena

me ne ricordo e ne lascio un po’

per domani per dopodomani per

quando che viene

che viene a mancare che va a tornare

sospirando che sale

folli educande ragazzine

storia e memoria

hanno un passo deciso

piedi aggraziati e lunghe camminate

tutto il nostro tempo e starci dentro

 

 

 

 

 

 

#

tutto il nostro tempo

non tiene sbavature

è raccolto e carezzevole

fosse spesso così,varrebbe oro e argento

nei sotterranei dei nostri corpi custodito

il bel tempo sincero

tregua di turbolenze e smancerie

in mezzo a frammenti

a pulviscoli a ossa

le palpebre ci addormentano

le sequenze finalmente ci sfuggono

le cattive idee ci mollano

fine dei meriti

fine delle nuvolaglie

il bel tempo è calduccio

come non sentirlo

come non cullarlo

quando un ultimo racconto è necessario

i neon si confondono con le parole

neon e parole,scrittura luminosa

#

non c’è tempo nottetempo

i minuti sono in esilio

il sonno è intermittente

e va tutto in corsivo

quello che passa e quello che non passa

la fifa che possa tornare

mattino di gloria, ore di indecisioni

voci sottomesse voci in disaccordo

voci di rivalsa voci di riscatto

voci gialle e voci bianche

un mazzo di voci in boccio

voci che scorrono

e per il resto come è andata

come andrà

adesso va che è davvero tardi

il silenzio intorno è mortale

tanto che stride tanto che fiacca

ovatta avvolgente per cadere giù

per raggiungere i minuti nel loro esilio

scivoloso abbraccio e intermittenza

 

 

#

questo è il mio tempo sospeso

vorrei dire che stasera

non capisco la mia vita

e quanti collassi tutti gli stupidi martedì

o altri giorni a caso

più facili più difficili saranno

riottosi riottosi girano

si sfaldano in modi gentili

come il confine delle terre

come il taglio degli alberi

allora mi sono fermata parecchie volte

sulla strada fino a qui

continuerò a farlo

mi sono fermata a guardare

anche meno anche quanto ho voluto

quattro che saranno gli elementi naturali

un orgasmo

una pupilla sgranata

 

 

#

fuori comune fuori assonanza

fuori stagione aria tiepida mia e vostra

conviene salutare i contatti mancanti

pallida emorragia di affetti

rimane musica stonata di piccole cose

di acqua  di grano

e lacrime con amore

quando mostro i capelli o no

e più sotto le mani di bucato

e lievito di pane

e alla fine i piedi sbucciati

le mie parti felici di assomigliare

ogni altra

donna nel mondo

 

 

#

le giornate che si allargano

gli impegni che si attardano

la trama che conta

pause e respiri

scorrono scorrono via

ci siamo persi poi

ci siamo connessi

una volta più una volta più

balordi di equivoci

tormente e sabbia di settimana

sono in mille colori

i modi che abbiamo preso

noi, uno ad uno

e le preoccupazioni in fuga

a soffiarsi il posto l’una con l’altra

alzando i calici

o passeggi velenosi

 

 

#

senza permesso sono le tacche alte e basse

di stare bene di stare in qualche modo

si chiama semplicemente nostalgia,

questi viaggi sono

le borse del disagio

le continue risacche

di piccole contentezze

agrodolci e sogni

che non siamo fossili ancora

in forma di assenzio verde prato

in forma di equilibrio su filo

o di prime rose noi siamo

corpi mai celesti senza permesso

 

 

 

#

dove è la fine del mondo

dove il suo inizio

diciamo sottovoce

l’aria è salata l’aria è dolce

quando vedi scorrere come biglie

rotolare

tutte reti e affetti

gli affetti sono laterali

e certe carte nascono male

a guardar bene

spezzo le giornate come spezzo il pane

mi specchio e mi pettino

ad aspettare cosa viene

cosa va a succedere

quel filo rosso di malo sonno

colpi al cuore a tutto asserviti

 

 

#

nelle strade Guernica e nascondigli

telecamere o la parola

cosa accade se

liberiamo gli sguardi

 

 

#

 

senza permesso

sette secondi e poi otto

possano bastare a doppiare il capo

riusciremo, sta’ sicuro, in altro lato dei mondi

ad accarezzare le circonferenze imperfette

con un morbido tatto

scivola scivola come è dolce e buono questo sonno

dopo posizioniamo il mondo in un tappeto

tranquillo e sorridente come un bimbo

via via andiamo

adesso andiamo a attraversare

fa freddo qui

decolliamo e spaziamo

voliamo questo mondo e l’altro

quanto tempo che manca

che parla

che guarda

che vive un’assenza

come sei invecchiata

di un milione di minuti

 

 

 

 

 

#

 

un nome più nomi

quanti legami sono come viaggi

si parte si incontra

bellezza dolori tremori

poi era questa la soglia

per ritornare per salutare

gli andamenti e scuri di metà estate

come andromeda lassù

conversazioni amabili

ammiccamenti preoccupazioni

dentro voci spente voci appannate

abitiamo stanze elementari

mastichiamo tenere gioie nostre primizie

conserviamo idee su pellicola e fermo immagine

un cuore greve e va in corsivo

carezza e tentazione

morbidamente mettimi fuori

 

 

 

 

#

 

e qui di seguito pensate

i piagnistei sono durati un giorno

o poco più, dopo la loro sorte

è stata diventare sottili e sottili

la mattina molto presto

dove si dorme poco

dove si esce con i pendolari

attorno alla stazione e nei bar

piedi sotto serrande a mezz’asta

come bandiere eroiche

dove si pensa al disordine o cupe armonie

gli affetti collaterali, voglio dire

dove il cielo non si intona

ai clamori ne’ ai risvegli

dove siamo vigili eppure beatamente intontiti

dove consideriamo il calendario solare

e se non basta anche quello lunare

a mettere cornici agli eventi

dove fa un po’ fresco e respiriamo a pieni polmoni

le luci del semaforo, i vestiti degli avventori

quanto è stato smagliante torna indietro

insieme ai fotogrammi bacati

un girotondo infantile da giocare

come strass da cerimonia

cosa muovo cosa consolo cosa all’inverosimile

il mio cielo è questo a tutt’oggi

incerto, la delicatezza di un fiore acerbo

 

 

 

 

 

 

 

#

 

le tregue allora non sono trappole,

ci sono tregue come lampioni lungo il viale

intervallano spazi e motivi e i tanti guai

un sorriso che dura

due o tre respiri profondi assolutamente

quanti momenti blu e pure occasioni

ci possono essere poi

altri bei giri di danza

 

 

 

 

 

 

#

 

vi abito vicino, epistolari andanti,

con la mia parte sinistra

e le sue eco costanti

con dolori e attenzioni

con tranelli minimali e acidi

con rondini in libertà

quando si divertono giù nella valle sottostante

se e quando inganniamo l’attesa

o l’attesa inganna noi

 

 

La pagina viene presentata per gentile concessione dell'autrice a Pioggia Obliqua


 

 pioggiaobliquascritturedarte@gmail.com

 

 


 

" Pioggia Obliqua una rivista

affermata e prestigiosa."

  

" Grazie (...) per la generosità con cui (voi di ) Pioggia Obliqua vi occupate della poesia."

" costante squisita attenzione"

 

 Alessandro Fo

 

 

 

" Saprà o vorrà ancora la forza accumulata (...)resistere alla forza di omologazione che la tecnologia sembra inevitabilmente portare in seno?(...) Prevedo un lungo periodo di 'agonie', voglio dire di lotta (...) sarà probabilmente quella la forma e la sostanza del poetare che ci aspetta."

 

Mario Luzi

Da un suo scritto per Pioggia Obliqua a proposito del  'senso di fare  poesia', gennaio 1996

 

 

 

" Io credo che un pò di silenzio ci faccia bene, c’è un coro di voci “troppo alto”, sgraziato, che ci sommerge, e non mi riferisco solo alla letteratura. In questa specie di “frullato” che siamo costretti ad ascoltare quotidianamente, il valore delle cose si perde.

 

Se c’è un attimo di riflessione, di

silenzio, la parola scritta o detta assume maggiore rigore."

 

 

Antonio Tabucchi

 

Intervista rilasciata a Luigi Oldani e

Elisabetta Beneforti per Pioggia Obliqua 

 

 


" Il sito Pioggia Obliqua mi ha "donato questa nota sul mio libro (...), ma l'intero sito è da seguire."

 " (...) e un ringraziamento per tutto ciò che P.O. fa per il mondo della poesia."

 " (..) E la stima è da me ricambiata verso il vostro prezioso sito!"

 (...) sempre attenti e preziosi gli amici di "Pioggia Obliqua".

 

Bruno Galluccio

 

 

" Un bel luogo d'incontro tra scritture."

 

Matteo Pelliti

 

 


" Non so dire se la bellezza salverà il mondo, come pensava Dostoevskij, ma mi piace pensare che sarà così. In fondo, già Stendahl sosteneva che "la bellezza non è che una promessa di felicità". 

 

Vittoria Franco

per Pioggia Obliqua

 

 

" Agli amici tanto tanto amati di Pioggia Obliqua, poeti invincibili della vita, il mio abbraccio umile e il mio ringraziamento, per mantenere la poesia come unica veritá nel mondo."

 

Daniel Fermani Gonzales

 

 

 

 

" Rivista preziosa, che seguo da tempo."

 

Alfredo Rienzi

 

   

 

 

 

                     PIOGGIA OBLIQUA

                          CONSIGLIA

 

                             

                  NOVITA'

                 Paolo Lagazzi, Come libellule

                  fra il vento e la quiete.

                  Fluttuando tra Giappone

                  e Occidente, La vita Felice,

                  2019

                       NOVITA'

                                   Luigi Oldani, Come ventagli, 

                                     Samuele Editore 2019

                                  prefazione di Paolo Lagazzi

       IL NUOVO LIBRO

        DI ALBA DONATI

 

 

 

 

 

 

 

 


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