IPERACUSIA
Un video di Duccio Ricciardelli e Marco Bartolini
Durata: 2' 15''
genere: sperimentale, video arte, mash up, performance paesaggio sonoro
Formato: Full hd Anno di produzione: 2022
Produzione: Videoartevirale
Con il termine "iperacusia" ci si riferisce ad un orecchio sensibile ai rumori e che prova fastidio anche per i suoni di lievissima entità. La causa è da ricercare in un'alterazione del sistema di elaborazione dei suoni a livello celebrale centrale, infatti l'orecchio risulta perfettamente sano.
Chi soffre di iperacusia, non ha nessun “super udito”, né sente meglio rispetto alle persone che non soffrono di tale disturbo. L'udito della persona affetta può essere normale. Ciò che differisce dalla norma è l'intolleranza ai suoni. In questo video arte Ricciardelli e Bartolini hanno elaborato in studio un "paesaggio sonoro" e lavorato sulla stratificazione dei rumori con un atteggiamento di "surrealismo sonoro" mettendosi in scena anche come performers.
Videoartevirale
A seguire nel labirinto
Following
Regno Unito, 1998
70'
Christopher Nolan (soggetto, regia, sceneggiatura, fotografia, montaggio, produzione)
International Film Festival Rotterdam, Tiger Award, 1999
Tutto comincia con Bill, giovane disoccupato aspirante scrittore alla ricerca di buoni spunti per un romanzo. La musa ispiratrice sono i volti nella folla londinese, non fa differenza il genere o l’età o la classe sociale. È sufficiente seguire qualcuno, osservarlo, prendere nota dei suoi atteggiamenti e dei suoi accessori. In questo modo Bill ruba quello che lo incuriosisce e riporta tutto sul foglio nella sua macchina da scrivere. Siamo dentro a un film di suggestione esistenzialista fino a quando la situazione sfugge all’ingenuo protagonista e da inseguitore diventa inseguito, adesso vittima di un vero ladro in una storia più grande di lui. Ribaltamenti continui di ruoli e identità danno avvio a un noir senza sbavature, dove la vicenda ruota intorno a un quartetto di personaggi (Bill, Cobb, la bionda, l’ispettore di polizia) con un finale che ne conferma la sagace “musica del caso”.
Following, primo lungometraggio di Nolan da lui scritto e girato quasi artigianalmente, si presenta da subito come cinema di idee e di libertà espressiva. Prodotto nel 1998, questo inizio di carriera esce solo adesso nel circuito italiano in copia restaurata e marca straordinariamente una distanza dai cast mozzafiato, dalle mega produzioni, dagli effetti speciali a profusione a cui il regista ci ha abituato in questi anni. L’impatto viene qui dalle varie storie dentro la storia, con salti temporali che valgono da incastri per paranoie e complotti. È il voyeurismo a costituire il motivo di fondo per il dramma che si va a consumare in una Londra sospesa nel tempo. Il curatissimo bianco e nero, il formato 4:3, la narrazione in blocchi privi di dissolvenza sono elementi congeniali a rappresentare svolgimenti inaspettati. Tanto nella scrittura che nella vita comune dei personaggi l’inizio è sempre un rito, una sorta di sottoscrizione di sani propositi qui vanificati o rafforzati dagli intrighi. Il gioco consiste nello spiare, sottrarre, mostrare, scombinare. Non servirà la confessione-denuncia al distretto di polizia da parte di Bill, anzi si metterà in atto l’ultimo lancinante ribaltamento, mentre l’impunito Cobb ritorna uno dei volti nella folla.
Tutti possiedono una scatola contenente piccoli oggetti e ricordi, paccottiglia spesso dimenticata in un angolo ma esposta al vezzo dei ladri. Scena di pura poesia quella iniziale di Following, che ci accompagna nella discesa agli inferi di un’opera prima da non perdere assolutamente.
Elisabetta Beneforti