PioggiaObliqua scrittured'arte
  • La Prima
  • Noi
  • La RESISTENZA 25 APRILE
  • DIALOGO CON ANTONIO TABUCCHI
  • Quattro domande a MARIO LUZI
  • Un'intervista a Edoardo Sanguineti- Un testo di Valerio Magrelli
  • Quale presenza. Testi di: Luzi, Baldacci, Valduga, Cacho Millet, Lolini, Marchi, Gonfiantini...
  • LA PAGINA DI PAOLO LAGAZZI
  • LA PAGINA DI MARCO MARCHI
  • "Una goccia d'inchiostro di china" a cura di Cristina Banella
  • SPAZIO ALLA BELLEZZA
  • Per ENZO SICILIANO
  • Ricordo di LUIGI BLASUCCI
  • Per SILVIA RIZZO
  • La poesia di Fernanda Romagnoli
  • H A I K U di Luigi Oldani
  • 'Aghi di Pino' scritti di Luca Cenisi
  • Poesia: ENZO MAZZA
  • Poesia: Alba Donati
  • Poesia: Alessandro Fo
  • Poesia: Franco Buffoni
  • Poesia: Roberto Deidier
  • Poesia: Isabella Leardini
  • Poesia: Paolo Ruffilli
  • Poesia : Clara Monterossi
  • Narrativa-Poesia: Tiziano Fratus
  • Poesia: Giacomo Trinci
  • Poesia: Elisa Biagini
  • Poesia : Maria Pia Quintavalla
  • Poesia: Rosaria Lo Russo
  • Poesia: Matteo Pelliti
  • Poesia e fotografia : Elisabetta Beneforti, Shandong lu
  • Poesia: Elisabetta Beneforti, Senza Permesso
  • Poesia: Cinzia Marulli
  • Poesia: Roberto Veracini
  • Poesia: Giuseppe Grattacaso
  • Poesia: Daniel Fermani
  • Poesia: Alberto Toni
  • Poesia: Stefano Bortolussi
  • Poesia: Rosalba De Filippis
  • Poesia: Fabrizio Parrini
  • Poesia: Giancarlo Baroni
  • Poesia: Alfredo Rienzi
  • Paolo Pagli Haiku
  • Poesia: Claudio Pozzani
  • Poesia: Marina Pizzi
  • Poetry: Jeffrey Harrison
  • Poesia: Jeffery Harrison Poesie e un'intervista
  • Poesia: E.Seghetta Andreoli, A.D'Errigo, S. Colli, F. Giusti
  • Poesia: Saverio Bafaro
  • Poesia: Lucia Cupertino
  • Poesia : Giordano Occhini
  • Poesia: Michela Zanarella, Ester Monachino
  • Poesia visiva: Elena Marini
  • Poesia Visiva : Luc Fierens
  • Poesia: Francesco Bargellini
  • Poesia: Daniela Gentile, Claudio Pasi
  • Stefano Loria pittura-poesia
  • PROPOSTA POESIA a cura di ALESSANDRO FO
  • Poesia proposta: Canale, Lombardi, Merola, Tognoni, Bertone.
  • Poesia proposta: Gian Luca Guillaume, Luca Ispani, Filippo Amadei
  • Poesia proposta: Di Gennaro, Repossi, Rimolo
  • Poesia proposta: Angelo Santangelo, Giulio Mazzali, Marco Bini
  • Poesia proposta: Cunial, Viti, Viotto
  • Poesia : Greta Rosso
  • Poesia: Giovanna Cristina Vivinetto
  • POESIA : Jean Soldini
  • Poesia : Daniela Zambrano - editi e inediti
  • Poesia proposta : Manuela Mori, Selene Pascasi
  • Poesia proposta: Mirra, Allo, Strinati, Ciampalini, Carnevali, Peralta, Casulli, Bresciani, Marrone
  • Poesia proposta: Vera D'Atri
  • Poesia proposta: Laghi Pasini, Milleri, Malerba, Corbetta, Merico
  • Poesia Proposta: Valerio Succi, Michela Gorini
  • Poesia Proposta: Filograna, Della Ciana, Imperato
  • Poesia Proposta: Alessandro Monticelli
  • Poesia Proposta: Luca Gilioli, Pierpaolo Lazzaro, Hero Haze
  • Poesia Proposta : Ornella Mereghetti, Danilo Luigi Fusco
  • Poesia proposta:Pietro Edoardo Mallegni, Anna Polin, Susanna Russello
  • Poesia proposta: Marco Serravalle,Matteo Piergigli
  • Poesia : Sara Comuzzo
  • Poesia proposta: Antonietta Bocci,Valerio Sanzotta
  • Poesia Proposta: Viola Bruno, Alessia Lombardi, Maria Bochicchio
  • Poesia proposta : Maria Benedetta Cerro, Gabriele Greco
  • Poesia proposta: Abruzzese, Marcantoni,Pedrazzi
  • Poesia Proposta: Alessandro Giraudi, Henry Ariemma
  • Poesia Proposta: Federica Carossi, Francesca Ragozzino, Doris Bellomusto
  • Poesia Proposta : Valentina Sessa
  • Poesia Proposta: Gabriella Musetti
  • Poesia Proposta :Guglielmo Aprile,Michele Piramide
  • Poesia proposta : Doris Bellomusto, Virginia Veludo, Patrizia Baglione
  • Proposte Poesia, Segnalazioni
  • Giancarlo Baroni :Animali in versi
  • Lorenzo Monticelli
  • Viaggiando in Italia. A cura di Giancarlo Baroni
  • Giorgia Karvunaki presenta...
  • Letture oblique 1
  • Letture oblique 2
  • Letture oblique 3
  • INDIPENDENTI LETTURE
  • IN CORSO
  • VISIONI OBLIQUE
  • Saggio: Le limericks irlandesi
  • Normandia: immagini e versi
  • Saggio: Dante
  • Saggio: Mallarmè
  • Foto: Giappone: la bellezza sospesa.
  • Foto: MIke Lee Bellezza a New York
  • Foto: Duccio Ricciardelli
  • VIDEO ARTE: In conversazione con Duccio Ricciardelli e Marco Bartolini
  • Foto: Massimo Oldani
  • Foto : Lisetta Carmi - Suonare forte
  • Having a coke with you - rubrica a cura di Sara Comuzzo
  • Corrispondenze da "The Poetry cafè" di Londra
  • INTERVISTA :A.Gasperini, M. Ciardi, Il pianoforte di Einstein
  • INTERVISTA A CECILIA FERRARA: Perdersi in Europa senza famiglia

GUGLIELMO  APRILE

 

 

Guglielmo Aprile, Tutto l'oro del mondo, Carabba edizioni, 2024, collana "Diramazioni" diretta da Giovanni Tesio

 

 

"La natura, il gheriglio della vita

che va in cerca dell’alchimista

– non a caso dell’“aedo”, del poeta-cantore –

capace di coglierne e di dirne le meraviglie

più manifeste e più segrete, le

vibrazioni celesti e celestiali (l’“oro”

del titolo), gli occultismi delle sillabe

che si connettono e che consuonano

in florilegi e rabdomanzie metaforiche.

Il vino dei mattini, la cornucopia

delle sensazioni, l’oceano mare, i regni

sommersi dei fondali, la bellezza

degli incanti, l’alto e il basso del mondo,

il sotto e il sopra, la superficie e la

profondità in una poesia – questa di

Guglielmo Aprile, già di per sé un fiorire

di nome – che non teme di cedere

al suo entusiasmo vitale, di celebrare

                    l’esistente festeggiando i suoi rituali, i suoi miracoli."

 

 

 

 

dalla sezione  " QUADRI SICILIANI"

 

 

 

1.

 

Il mattino ha scolpito i lineamenti

di questo luogo, cieli rocce alberi,

nel plasma vivo della prima luce

che si levò sul mondo appena nato;

e queste cime, che sanno chi sono

da sempre, anche se per la prima volta

vengo oggi al loro altare verticale

a inginocchiarmi, queste cime aprono

il loro abbraccio e accolgono il mio corpo

per offrirgli ricovero: e mi sento

io nella loro conchiglia la perla;

e in quelle creste lassù che s’inseguono

vedo cavallerie pietrificate,

criniere di pini e di olivi, il vento

le scuote e sotto la frusta del sole

scoccano fiamme: nella loro fuga

ogni ricordo ho sepolto ho disperso

ogni vestigia dei miei giorni di uomo –

barbara apoteosi in cui rinasco.

 

 

 

 

2.

 

 

Ierocrazie di nuvole e di colli,

inumane vestali delle altezze,

sacerdotesse severe che tengono

in duomi aerei segrete assemblee,

ministre radunate per un rito

da celebrare sulla scoscesa abside

di una scogliera, per un sacramento

da officiare che in processione convoca

pini e oleandri, folle vegetali

che scalano le pendici levando

ad una voce un monotono salmo

di acclamazione al sole quando valica

vittorioso una cresta e si fa araldo

di un dogma dolce, di un annuncio certo

che non ammette opposizioni o repliche:

che vivo è il mondo e che ogni sua parte

ha un’anima e con tutte le altre forma

una sola unità, un essere sacro.

 

 

 

3.

 

 

Mura di una fortezza, queste alture,

che a un geloso forziere, non visibile

a chi volga in su gli occhi dalla spiaggia,

stanno di guardia; ad ogni picco il mare

e ad ogni scoglio ordinò di difendere

ricchi granai, piantagioni di spuma

appartenenti ai suoi feudi; sui fianchi

della mole, sui ripidi bastioni

avvampanti nel tremolio dell’aria

si scorgono, attraverso feritoie

scavate nel granito, sentinelle

appostate che occhieggiano, che vigilano

in mezzo ai rovi, sparse nel groviglio

vegetale; e rilessi di armature

dal fogliame metallico balenano,

avanguardie di cardi e di agrifogli

che dai merli svettanti spiano, scoppi

di fichi d’India fra massi frananti;

cauto lo sguardo scala le alte creste:

l’oro che le orla lo alletta e respinge.

 

 

 

4.

 

 

Il fabbro schivo che scavò il suo esilio

in questo nido di rocce e fogliame

immerge in mare le sue mani enormi

e tempra una corona incandescente

sul capo spettinato della baia,

che ha come ciocche spume e buganvillee;

di un delicato incendio, di un barbaglio

violento e insieme tenue, di un vivo oro

all’unisono bruciano

il mondo e gli occhi che ora lo fissano.

 

 

 

5.

 

 

Febbre del mezzogiorno, il cielo brucia:

si è fatto bronzo fuso e prende forma

in una spada puntata allo zenit;

mutano in volti pietre piante e nuvole

e i volti in fiamme, e le fiamme delineano

la scena di un arcaico rituale,

quando un re insieme a tutta la sua corte

si gettava nel rogo: riscattava

il sole dall’ostaggio della notte,

offriva in pegno il suo corpo al supplizio

perché tornasse un altro anno il solstizio.

 

 

 

6.

 

 

Mezzogiorno, unto del fuoco è il mondo;

esultano i colori: da ogni poro

del suolo o ciuffo d’erba, da onde e sabbia

un oro esala, un alone diffuso

da una vampa che in linee e superfici

si annida e in onde si propaga ai corpi

e li abbaglia; nel liquido smeraldo,

nell’iride della laguna, gemma

incastonata tra bracci di roccia,

io mi distendo e il mio nome dimentico

e la mia storia, avvolto dalla seta

fresca dell’acqua, dalla sua carezza;

sulla mia fronte il cielo sembra esplodere

di una tempesta di spade che danzano,

di un bianco boato che spande

flotte di cigni, processioni calme

che lungo piste invisibili incedono.

Per troppa luce gli occhi sono roghi;

bruciano fino a sciogliersi nel sole.

 

 

 

 

Guglielmo Aprile è nato a Napoli nel 1978. Attualmente vive ad Ischia, dove si è trasferito per lavoro. È stato autore di alcune raccolte di poesia, tra le quali Il dio che vaga col vento (Puntoacapo Editrice, 2008), Nessun mattino sarà mai l’ultimo (Zone, 2008), L’assedio di Famagosta (Lietocolle, 2015); Il talento dell’equilibrista (Ladolfi, 2018); Il giardiniere cieco (Transeuropa, 2019); Falò di carnevale (Fara, opera I classificata al concorso Narrapoetando 2021); Il sentiero del polline (Kanaga, opera I classificata al premio “Arcore” 2021); Thanatophobia (Progetto Cultura, opera I classificata al premio “Mangiaparole” 2021); per la saggistica, ha collaborato con alcune riviste con studi su D’Annunzio, Luzi, Boccaccio e Marino, oltre che sulla poesia del Novecento.

 

 

Diramazioni è la collana con cui le

edizioni Carabba danno vita a una

nuova e unica collana di poesia che

esce a cura di Giovanni Tesio. Il

nome allude ad alberi, strade, montagne,

che si sviluppano in direzioni

e destinazioni diverse mirando a una

contemporanea pluralità di indirizzi:

esattamente l’intento che la collana

persegue. Poesia nelle diverse lingue e

di diversa intenzione, senza pregiudizi

di poetica o di settore. Nessun proclama

di indirizzo, nessuna professione

di fede; semplicemente la ricerca di

voci capaci di indurci a credere che, se

non proprio a salvarci la vita, la poesia

ci aiuti a rendere migliore – qui – il

nostro umano soggiorno.

 

 

 

MICHELE  PIRAMIDE

 

Michele Piramide, V, Affiori - Perrone editore, 2024

 

(nota di lettura di Elisa Ruotolo)

 

È sempre difficile entrare nella parola che diventa poesia. Ho sempre pensato che nel momento in cui si sceglie di praticarla si entri in un sottofondo di allusioni e vissuto a tratti inconfessabili. Allora forse l’ultima cosa richiesta è proprio questa: la decifrabilità. Il titolo della raccolta è misterioso. Bisognerà arrivare agli ultimi versi per ricostruire un disegno: un’ipotesi che ogni discorso poetico accoglie, ma a patto che non sia l’ultima. Risuona da subito un nome, Enzo-Vincenzo, raccontato attraverso frammenti di un quotidiano condiviso e fitto di modernità. Piramide non teme di inserire nel suo verso termini come Facebook o soundcheck o xanax, eppure questo lessico convive con elementi biblici ed epici creando un interessante straniamento. La voce che incede, di scena in scena, dato che la ripartizione in atti rimanda fortemente a una ideale teatralità, sminuzza il tempo, lo segmenta: riferisce piccoli fotogrammi in cui l’incontro, l’amore, la maceria, lo sfinimento del vivere e il bisogno del ricordo, sono sapientemente mescolati. A volte accumulati, riproducendo la maniera che ha il tempo di tenere insieme ciò che spesso non collima, eppure esiste (rotte rotaie di tenebra/lenzuola terra e 8 lacrime/corpo e lividi/lembi di ventre sogni/lama verbo e niente). Il tutto, il molto e il suo contrario. Ché in fondo è questo che siamo: un impasto del tanto e del niente, un insieme di passato e sparizioni. Un istinto al ricordo e alla veglia del perduto che – più di tutto - ci tiene in vita.

 

 

 

 

 

Inverno 1997

Atto terzo 

 

 

 

Macerie

 

T’ho vista fare la ruota

tra suoni popcorn e dissesti.

 

Le figlie adulte degli altri

sepolte in un concerto muto.

 

Topi uomini di provincia

davanti l’ultimo soundcheck.

 

Ho sbattuto la testa

sui tuoi pensieri interrotti.

 

Macerie.

 

 

 

 

Getta i dadi,

fili di fiori e luci bianche,

mordimi la vita

a sorsi di tetrapak.

 

Biscotti di fumo e polvere,

inghiottendo la notte

su biciclette di malasorte.

 

Riportano al mar Morto

padri stesi sulle sottane

e pavimenti lividi.

 

Ai concerti di tramontana

insorgono i pensieri

sui pugni al cemento

 

in overdose.

 

 

 

 

Xanax

 

Hai un abito indaco

e suole di pensieri scartati.

Dimenticati sul mio divano

sottili come Solitudini in filigrana.

Ho bevuto caffè e sambuca,

l’altro l’ho pagato a i tuoi mostri.

Ha un pessimo sapore, tu un ottimo odore.

 

Guarda,

c’è una voragine nel mio petto.

 

 

 

 

Tocca

le mie aritmie.

Cadere di versi

al tavolo della nostra eclissi,

complici

inventiamo fantasmi.

Stringo

i tuoi deliri meridiani.

Gettami nel vortice

di un sol diesis.

Fragile,

resta tra i miei appunti.

 

 

 

 

Bagnami;

lavami tra i tuoi stracci.

 

Ombre e destini

tra i tuoi seni.

Stendi le mie paure

vuote al sole.

 

Sento nel vento

il tuo respiro.

 

 

 

 

 

 

 

 

IVAN  POZZONI

«IL MINCHIONE»

 

Oggi ho scoperto, su un lit-blog, dalla lectio di una decerebrata dilettante

che, nei miei studi di storiografia letteraria, sembrava esistere un anello mancante,

il mio macro-errore è stato far consistere l’intera letteratura del Novecento

nella linea del trinomio Dossi/Lucini/Sanguineti e sul tema del dédoublemento,

l’originalità dei fatti ha smentito la mia opinione

l’asse centrale della letteratura italiana è il tema del «minchione».

 

Il «minchione» inizia a dispiegare la sua forza nel verismo,

col binomio «minchione»/Verga non si rischia l’eufemismo,

l’uso del termine è rilevato, in recidiva, nei meandri del triveneto teatrale

il binomio «minchione»/Goldoni causa un abbinamento anticoncezionale,

non riuscì a non infilarsi nella querelle tra neo-classicismo e romanticismo illuminato

il binomio «minchione»/ Manzoni è sinonimo di un castrato Innominato.

 

É il terronismo partenopeo delle sorelle bandiera a cagionar lo scorno

il binomio «minchione»/Giusti pare esser titolo di un film porno,

rimurgino sul quinto e ultimo binomio, la deficiente scrive il letterato Vampa

rimuginio, trmòn, trmòn, trmòn, e, all’improvviso l’ippocampo avvampa,

Vampa non sarà mica Bertelli Luigi, detto Vamba, creatore del mio avatar Gianburrasca

rifiuto il binomio «minchione»/Vamba e mi iscrivo di diritto nell’Accademia della Crusca,

io, l’Asino che frequenta queste no fly zone semplicemente in cerca di una zoccola somara

e scopro, nel www, grandi studiose di «minchia», da ridurre in lacrime anche Galantara.

 

 

 

 

 

 DISSÒI LÒGOI AL TELEGIORNALE

 

In Tv, al telegiornale, hanno detto che un marocchino ha sequestrato uno scuolabus,

in realtà hanno detto anche che il marocchino era italiano, non era ghiotto di cuscus,

diciamo che un marocchino ha tenuto sotto sequestro un intero caseggiato

e un italiano ha lasciato i sequestrati, illesi, fuori dal commissariato.

 

In Tv, al telegiornale, hanno detto che Salvini ha requisito una nave

in realtà hanno detto anche che la nave non era davvero requisita, ¿Quien sabe?,

diciamo che il Ministro dell’Interno ha tenuto in ostaggio decine di non compaesani

e il Segretario della Lega Nord ha tuonato: in ostaggio, «prima gli italiani».

 

In Tv, al telegiornale, hanno detto che One Belt One Road è la nuova via cinese

in realtà hanno detto anche che la via è un obiettivo importante delle nostre imprese

diciamo che Xi Jinping si è trasformato in un crociato dell’Unione Europea

e Juncker, il beone, stia facendo l’interesse della Repubblica Popolare Democratica di Corea.

 

In Tv, al telegiornale, raccontano un sacco di dissòi lògoi,

degni di flussi protagorei intinti in orinatoi,

diciamo che i telegiornali hanno ormai il diritto di dare voce a ogni cagata,

e noi italiani, davanti al video, di scegliere sempre la versione sbagliata.

 

 

 

 

 

LA MIA DEPRESSIONE È CHIMICA

 

Ci sono giornate che non ti alzeresti dal letto

non so se è questione di chimica o se son solo matto,

non vedi l’ombra di un futuro, no future, punkabbestia senza cane,

ti senti Mansell, in Williams, abbandonato a una chicane.

 

Non senti niente da dire, non trovi tasti da battere

la noia ti strangola dentro da non riuscire neanche a combattere

l’idea di te, inutile, l’idea di te, insensato, idee senza senso

non resta che stringere i denti e attendere i frutti di un altro scompenso.

 

Ci dicono che non funzionino noradrenalina e serotonina

pareggiano imbottendoti i sensi di dopamina e fluoxetina,

il tuo io, schiacciato tra ansia e euforia, è un puck sparato sul ghiaccio

e recita joie de vivre senza copione, farneticando a braccio.

 

La disoccupazione è al 15%, c’è coda sul reddito di cittadinanza,

i ratings italiani barcollano in mano agli squali dell’alta finanza,

nei grafici del nostro bilancio mi manca l’ascissa:

o sono alienato o io sono sano e l’Italia è depressa.

 

 

 

 

 

LA VITA AGRA

 

Sono curioso di conoscere se, una volta iniziato il testo

smetterò o meno di battere sui tasti,

lasciandomi avvincere dalla noia di non scriver in anapesto,

lasciandomi abbarbicare da un dolore che da dentro mi devasti.

 

Lascio andare la rima come chi non ha cose da dare

scrivo dove non c’è scritto niente

senza avere un vuoto da colmare

come se ogni lettera rappresenti un incidente.

 

Respiro lento, come un malato di Covid in riabilitazione,

ai bronchi lascio l’aria e ai nervi la disperazione,

non mi va di strozzarmi col cordone ombelicale

e rassegnare ogni mio bene alle aule del Tribunale.

 

Lockdownizzato fuori e carcerato dentro

balbetto nenie come un Guglielmo Hotel senza degnar d’un centro

la vita agra che da cinquant’anni mi accompagna

a scriver versi che sappiano di lagna.

 

 

 

 

 

FUORI DAL CORO

 

Non riesco ad essere davvero un vuoto a rendere

durante la mia crisi occipitale

non è mio il mestiere dello stendere

un corpo in linea orizzontale.

 

Eppure sono orizzontale, e cerco l’orizzonte ad ogni momento della giornata

incapace di reggermi in piedi senza incassare

l’orizzonte, l’Occidente, stretto nel suo sepolcro come Farinata

l’orizzonte dei camions che trasportano bare.

 

Scoppi di pianti, scoppi di risa, e foglie d’alloro

centimetri dall’esser morto, centimetri dall’esser d’oro

mi affaccio dal balcone della letteratura occidentale

e i critici, confusi, mi bollano con un Tso da ricovero in ospedale.

 

Io non mi volevo buttare dal balcone

volevo semplicemente sincerarmi di non esser rimasto solo

con un diavolo che mi attizza col forcone

depressione, asfissiante come un grumo di bolo,

allettante come i rimedi rinchiusi in un flacone,

io ignorante, destinato a cantar fuori dal coro.

 

 

 

 

 

 

DIMMI COME DIRE A UN CANE

 

Dimmi come dire a un cane, che sta fisso davanti alla porta,

che la mamma non ritorna, anche se non è morta.

Frida con la speranza negli occhi, io con le mie lacrime asciutte

che non vengon dal cuore, sono lacrime autodidatte.

 

Vederti dappertutto, in questa casa che è un cimitero,

sembra di essere Enrico II con il suo squarcio sul cimiero,

la donna delle pulizie non è capace di cancellare i ricordi

e io, come un istrice, mi strappo dal petto i dardi.

 

Dimmi come spiegare a un cane, dimmi come spiegare a un cuore,

che non lo senti battere, io non sono un gran bluffatore.

Dimmi come spiegare a un cane, che non c’è più desiderio,

quando il desiderio soffoca, e tutto sembra un delirio.

 

Dimmelo, dimmelo, dai, della tua vita infelice

dimmelo, dimmelo dai, a questa sottospecie

di uomo ferito, che non emette una goccia di sangue,

anche se fa donazioni ematiche ovunque.

 

Dimmi come dire a un cane, che è finito un grande amore

è come spiegare l’umido oculare ad un umidificatore,

dimmi come dire a un uomo, che è finito un grande amore,

come continuare a vivere senza lasciarsi morire.

 

 

 

 

 

 

VODKA E BENZODIAZEPINE

 

Mi trovo tutti i giorni a visitare le notizie online dei suicidi,

non ho mai avuto timore di trovare il mio nome

magari accompagnato al sostantivo poeta come le cariatidi

con tracce fresche di strame e di bitume.

 

Io sono un immortale, ho assecondato le fila dei Trecento,

alle Termopili, morire di una inutile morte eroica,

meglio la morte che un sopportabile addomesticamento,

chiudetemi, con molto Scotch, in un’un urna fatta di maiolica.

 

La vodka sta finendo e stanno finendo questi versi

devo decidere bene come utilizzare i differenti mezzi

usare l’alcool a finalità didattica nel dipingere nuovi universi

o con le benzodiazepine mettendo fine ai miei numerosi schizzi.

 

 

 

 

 

 

LA MALATTIA

 

Ciao, sono Gaia, sono degente dell’ospedale

Gaslini, di Genova, dove ci rincorre il mare,

ho tredici anni e sono vittima di un brutto male

la depressione grave, la malattia del malaffare.

 

A tredici anni non si deve esser sempre in lacrime,

forse mai, ma mi è sfuggita la voglia di vivere

il dolore come uno strascichio di sirime,

mi è sfuggita la voglia di non essere cadavere.

 

Camminavamo, tranquilli io e il sorvegliante

la depressione è stata più veloce dell’istante,

ho corso fino a che mi si spezzasse il cuore

la mia noradrenalina come decodificatore;

mi sono attaccata alla ringhiera dell’ospedale,

dieci metri di volo senza nemmeno pensare di morire,

a tredici anni si hanno le ali, non hanno funzionato per volare

hanno funzionato per raccogliere il mio sangue senza farlo colare.

 

Abbiamo tredici e quarantacinque anni e un brutto male

la depressione grave, la malattia del malaffare

un morbo anomalo, dalla medicina poco considerato

finché non diagnosticano un corpo morto sul selciato.

 

 

 

 

 

IL MESTIERE DEL POETA

 

Ho scoperto perché a molti non piacciono le mie poesie

è difficile che parli di vita, e di altre fantasticherie,

mi interessano la politica, il sociale, la comune,

e - come direbbe Checco Zalone- sono cose che non fregano a nissune.

 

Sulla mia tomba scriverò «[…] è nato per scriver versi […]»

così avrò la certezza che andranno tutti persi.

E ci metterò un calice di amaro Montenegro,

così, perduti sì, ma me ne frego.

 

 

 

 

 

 

ODIO MISHIMA E MAJAKOVSKIJ

 

La lettera che ti ho spedito ieri

non è mai arrivata a destino

era la più triste dei canzonieri

sarà la sfiga, sarà il declino.

 

Odio Mishima e Majakovskij

hanno avuto il coraggio, la nostalgia

il nichilismo di Bukowski,

di non ricoverarsi in cardiologia.

 

Lombardia mia, Lombardia in fumo

respiri Tavor Valium e Serenase

che fanno bene all’epitalamo

sempre presenti nei nostri beauty-case.

 

La lettera che ti ho spedito oggi

non so se è arrivata a destinazione

l’ho cercata invano tra i necrologi

dei morti vittima di distrazione,

l’ho cercata tra le lapidi mortuarie

tra i morti senza informazioni intestatarie.

 

Odio Majakovskij e Mishima

hanno avuto la forza e le mani

senza alcun filosofema

di scrivere la lettera di domani.

 

 

 

 

 

 

Ivan Pozzoni è nato a Monza nel 1976. Ha introdotto in Italia la materia della Law and Literature. Ha diffuso saggi su filosofi italiani e su etica e teoria del diritto del mondo antico; ha collaborato con con numerose riviste italiane e internazionali. Tra 2007 e 2018 sono uscite varie sue raccolte di versi: Underground e Riserva Indiana, con A&B Editrice, Versi Introversi, Mostri, Galata morente, Carmina non dant damen, Scarti di magazzino, Qui gli austriaci sono più severi dei Borboni, Cherchez la troika e La malattia invettiva con Limina Mentis, Lame da rasoi, con Joker, Il Guastatore, con Cleup, Patroclo non deve morire, con deComporre Edizioni. È stato fondatore e direttore della rivista letteraria Il Guastatore – Quaderni «neon»-avanguardisti; è stato fondatore e direttore della rivista letteraria L’Arrivista; è stato direttore esecutivo della rivista filosofica internazionale Información Filosófica; è, o è stato, direttore delle collane Esprit (Limina Mentis), Nidaba (Gilgamesh Edizioni) e Fuzzy (deComporre). Ha fondato una quindicina di case editrici socialiste autogestite. Ha scritto/curato 150 volumi, scritto 1000 saggi, fondato un movimento d'avanguardia (NeoN-avanguardismo, approvato da Zygmunt Bauman), con mille movimentisti, e steso un Anti-Manifesto NeoN-Avanguardista, È menzionato nei maggiori manuali universitari di storia della letteratura, storiografia filosofica e nei maggiori volumi di critica letteraria.Il suo volume La malattia invettiva vince Raduga, menzione della critica al Montano e allo Strega. Viene inserito nell’Atlante dei poeti italiani contemporanei dell’Università di Bologna ed è inserito molteplici volte nella maggiore rivista internazionale di letteratura, Gradiva.I suoi versi sono tradotti in francese, inglese,  spagnolo,  macedone, greco, albanese, serbo, bosniaco, croato, sloveno, rumeno, bulgaro, russo, azero, uzbeko, kirghizo, indiano hurdu, indiano hindi, bengali. Nel 2024, dopo sei anni di ritiro totale allo studio accademico, rientra nel mondo artistico italiano e fonda il collettivo NSEAE (Nuova socio/etno/antropologia estetica).

 

 

 

 

 

 pioggiaobliquascritturedarte@gmail.com

 

 


 

" Pioggia Obliqua una rivista

affermata e prestigiosa."

 " Un grazie di cuore a 

Pioggia Obliqua i cui molti meriti nei riguardi della poesia non saranno mai abbastanza sottolineati."

 

Alessandro Fo

 

 

" Saprà o vorrà ancora la forza accumulata (...) resistere alla forza di omologazione che la tecnologia sembra inevitabilmente portare in seno?(...) Prevedo un lungo periodo di 'agonie', voglio dire di lotta (...) sarà probabilmente quella la forma e la sostanza del poetare che ci aspetta."

 

Mario Luzi

Da un suo scritto per Pioggia Obliqua a proposito

del  'senso di fare  poesia', gennaio 1996

 

 

" Io credo che un pò di silenzio ci faccia bene, c’è un coro di voci “troppo alto”, sgraziato, che ci sommerge, e non mi riferisco solo alla letteratura. In questa specie di “frullato” che siamo costretti ad ascoltare quotidianamente, il valore delle cose si perde.

 

Se c’è un attimo di riflessione, di

silenzio, la parola scritta o detta assume maggiore rigore."

 

 

Antonio Tabucchi

 

Intervista rilasciata a Luigi Oldani e

Elisabetta Beneforti per Pioggia Obliqua 

 

 


" Il sito Pioggia Obliqua mi ha "donato questa nota sul mio libro (...), ma l'intero sito è da seguire."

 " (...) e un ringraziamento per tutto ciò che P.O. fa per il mondo della poesia."

 " (..) E la stima è da me ricambiata verso il vostro prezioso sito!"

 (...) sempre attenti e preziosi gli amici di "Pioggia Obliqua".

 

Bruno Galluccio

 

 

" Un bel luogo d'incontro tra scritture."

 

Matteo Pelliti

 

 


" Non so dire se la bellezza salverà il mondo, come pensava Dostoevskij, ma mi piace pensare che sarà così. In fondo, già Stendahl sosteneva che "la bellezza non è che una promessa di felicità". 

 

Vittoria Franco

per Pioggia Obliqua

 

 

" Agli amici tanto tanto amati di Pioggia Obliqua, poeti invincibili della vita, il mio abbraccio umile e il mio ringraziamento, per mantenere la poesia come unica veritá nel mondo."

 

Daniel Fermani Gonzales

 

 

 

 

" Rivista preziosa, che seguo da tempo."

 

Alfredo Rienzi

 

                 

 

 

 

                    

 

 

                  

 

                       Consigli di lettura

 

 

    

 Nella omonima rivista cartacea 'Pioggia obliqua rivista di letteratura e culture', pubblicata negli anni Novanta, una intervista a
Antonio Tabucchi,
Edoardo Sanguineti,
Mario Luzi. 
Un testo di Valerio Magrelli. 
Mario Luzi, Luigi Baldacci, Patrizia Valduga, Attilio Lolini, Gabriel Cacho Millet, Marco Marchi e Loriano Gonfiantini rispondono
sul senso di fare poesia in quegli anni.
Risposte attualissime.

 

 

 

 

 

 

 

 


Privacy | Informativa sui cookie | Sitemap
I testi, le immagini che compaiono su Pioggia Obliqua hanno l'autorizzazione degli autori che hanno acconsentito alla pubblicazione.
Accesso Uscita | modifica
  • La Prima
  • Noi
  • La RESISTENZA 25 APRILE
  • DIALOGO CON ANTONIO TABUCCHI
  • Quattro domande a MARIO LUZI
  • Un'intervista a Edoardo Sanguineti- Un testo di Valerio Magrelli
  • Quale presenza. Testi di: Luzi, Baldacci, Valduga, Cacho Millet, Lolini, Marchi, Gonfiantini...
  • LA PAGINA DI PAOLO LAGAZZI
  • LA PAGINA DI MARCO MARCHI
  • "Una goccia d'inchiostro di china" a cura di Cristina Banella
  • SPAZIO ALLA BELLEZZA
  • Per ENZO SICILIANO
  • Ricordo di LUIGI BLASUCCI
  • Per SILVIA RIZZO
  • La poesia di Fernanda Romagnoli
  • H A I K U di Luigi Oldani
  • 'Aghi di Pino' scritti di Luca Cenisi
  • Poesia: ENZO MAZZA
  • Poesia: Alba Donati
  • Poesia: Alessandro Fo
  • Poesia: Franco Buffoni
  • Poesia: Roberto Deidier
  • Poesia: Isabella Leardini
  • Poesia: Paolo Ruffilli
  • Poesia : Clara Monterossi
  • Narrativa-Poesia: Tiziano Fratus
  • Poesia: Giacomo Trinci
  • Poesia: Elisa Biagini
  • Poesia : Maria Pia Quintavalla
  • Poesia: Rosaria Lo Russo
  • Poesia: Matteo Pelliti
  • Poesia e fotografia : Elisabetta Beneforti, Shandong lu
  • Poesia: Elisabetta Beneforti, Senza Permesso
  • Poesia: Cinzia Marulli
  • Poesia: Roberto Veracini
  • Poesia: Giuseppe Grattacaso
  • Poesia: Daniel Fermani
  • Poesia: Alberto Toni
  • Poesia: Stefano Bortolussi
  • Poesia: Rosalba De Filippis
  • Poesia: Fabrizio Parrini
  • Poesia: Giancarlo Baroni
  • Poesia: Alfredo Rienzi
  • Paolo Pagli Haiku
  • Poesia: Claudio Pozzani
  • Poesia: Marina Pizzi
  • Poetry: Jeffrey Harrison
  • Poesia: Jeffery Harrison Poesie e un'intervista
  • Poesia: E.Seghetta Andreoli, A.D'Errigo, S. Colli, F. Giusti
  • Poesia: Saverio Bafaro
  • Poesia: Lucia Cupertino
  • Poesia : Giordano Occhini
  • Poesia: Michela Zanarella, Ester Monachino
  • Poesia visiva: Elena Marini
  • Poesia Visiva : Luc Fierens
  • Poesia: Francesco Bargellini
  • Poesia: Daniela Gentile, Claudio Pasi
  • Stefano Loria pittura-poesia
  • PROPOSTA POESIA a cura di ALESSANDRO FO
  • Poesia proposta: Canale, Lombardi, Merola, Tognoni, Bertone.
  • Poesia proposta: Gian Luca Guillaume, Luca Ispani, Filippo Amadei
  • Poesia proposta: Di Gennaro, Repossi, Rimolo
  • Poesia proposta: Angelo Santangelo, Giulio Mazzali, Marco Bini
  • Poesia proposta: Cunial, Viti, Viotto
  • Poesia : Greta Rosso
  • Poesia: Giovanna Cristina Vivinetto
  • POESIA : Jean Soldini
  • Poesia : Daniela Zambrano - editi e inediti
  • Poesia proposta : Manuela Mori, Selene Pascasi
  • Poesia proposta: Mirra, Allo, Strinati, Ciampalini, Carnevali, Peralta, Casulli, Bresciani, Marrone
  • Poesia proposta: Vera D'Atri
  • Poesia proposta: Laghi Pasini, Milleri, Malerba, Corbetta, Merico
  • Poesia Proposta: Valerio Succi, Michela Gorini
  • Poesia Proposta: Filograna, Della Ciana, Imperato
  • Poesia Proposta: Alessandro Monticelli
  • Poesia Proposta: Luca Gilioli, Pierpaolo Lazzaro, Hero Haze
  • Poesia Proposta : Ornella Mereghetti, Danilo Luigi Fusco
  • Poesia proposta:Pietro Edoardo Mallegni, Anna Polin, Susanna Russello
  • Poesia proposta: Marco Serravalle,Matteo Piergigli
  • Poesia : Sara Comuzzo
  • Poesia proposta: Antonietta Bocci,Valerio Sanzotta
  • Poesia Proposta: Viola Bruno, Alessia Lombardi, Maria Bochicchio
  • Poesia proposta : Maria Benedetta Cerro, Gabriele Greco
  • Poesia proposta: Abruzzese, Marcantoni,Pedrazzi
  • Poesia Proposta: Alessandro Giraudi, Henry Ariemma
  • Poesia Proposta: Federica Carossi, Francesca Ragozzino, Doris Bellomusto
  • Poesia Proposta : Valentina Sessa
  • Poesia Proposta: Gabriella Musetti
  • Poesia Proposta :Guglielmo Aprile,Michele Piramide
  • Poesia proposta : Doris Bellomusto, Virginia Veludo, Patrizia Baglione
  • Proposte Poesia, Segnalazioni
  • Giancarlo Baroni :Animali in versi
  • Lorenzo Monticelli
  • Viaggiando in Italia. A cura di Giancarlo Baroni
  • Giorgia Karvunaki presenta...
  • Letture oblique 1
  • Letture oblique 2
  • Letture oblique 3
  • INDIPENDENTI LETTURE
  • IN CORSO
  • VISIONI OBLIQUE
  • Saggio: Le limericks irlandesi
  • Normandia: immagini e versi
  • Saggio: Dante
  • Saggio: Mallarmè
  • Foto: Giappone: la bellezza sospesa.
  • Foto: MIke Lee Bellezza a New York
  • Foto: Duccio Ricciardelli
  • VIDEO ARTE: In conversazione con Duccio Ricciardelli e Marco Bartolini
  • Foto: Massimo Oldani
  • Foto : Lisetta Carmi - Suonare forte
  • Having a coke with you - rubrica a cura di Sara Comuzzo
  • Corrispondenze da "The Poetry cafè" di Londra
  • INTERVISTA :A.Gasperini, M. Ciardi, Il pianoforte di Einstein
  • INTERVISTA A CECILIA FERRARA: Perdersi in Europa senza famiglia
  • Torna su
chiudi