DUCCIO RICCIARDELLI
LOCKDOWN PHOTO REMIX
Dal 10 Marzo 2020 tutti gli italiani si trovano in lockdown a causa della pandemia da Covid – 19.
Come fotografo non mi è possibile scattare fotografie e non posso muovermi all’esterno della mia abitazione.
Trovo allora una soluzione di emergenza espressiva. Decido di prendere dei miei vecchi scatti digitali che avevo nel mio archivio e di “remixarli”.
Ne faccio una versione nuova, divento post produttore della mia stessa fotografia.
Remixo come un dj musicale ciò che ho fotografato all’esterno e lo trasformo in qualcosa di completamente nuovo.
Da quando ho scoperto questa tecnica che si accosta molto alla musica, sperimento sui miei vecchi scatti e ritrovo un nuovo stimolo di immaginazione, un senso di infinita libertà creativa.
MANIFESTO DEL “FOTO ERMETISMO”
Faccio questi scatti vuoti
Annullo il pensiero, sospendo il respiro.
Poi mi piace se qualcuno dentro ci vede una storia, un inizio di narrazione. Storie urbane semplici, molto brevi fulminee. Vociane. Strapaesane.
Ermetiche.
Di Campo di Marte
Di Bellariva
Ermete Trismegisto beve un cocktail verde acceso
Dissetante
SILENZIO VIVO
Scrivo e fotografo con la curiosità, la fame di un adolescente
Ritorno al realismo familiare della fotografia in una giornata di sole che annuncia la primavera
Il mio cammino è scrittura urbana di strada
Ritorno al silenzio vivo dell’Appennino innevato
Ritorno al respiro semplice
Medito e scatto
E l’amico regista dall’altro capo del telefono fisso, mi raccontava le sue imprese festivaliere
Ci piaceva sentirci al fisso, solo al fisso
E mi diceva ogni tanto: “Secondo me hai trovato un silenzio vivo, pieno”
Mi feci una bella caffettiera e mi rimisi a scrivere
Duccio Ricciardelli
DALLA STRADA AL DIARIO
La mia fotografia si sviluppa grazie ad incontri e viaggi e molto anche grazie al caso.
Faccio molte foto di strada senza mettere in posa i soggetti ma amo spesso tenere dei diari fotografici nei quali lavoro su degli scatti più meditati e costruiti.
In queste serie diaristiche la fotografia è più lenta, meditata, accompagnata da scritti e disegni preparatori.
La scrittura in questi momenti mi è utile per dare un senso e una storia a degli scatti che provengono da situazioni e tempi diversi.
Il testo creativo, sempre in prosa, ricostruisce la memoria, ricompatta i pensieri, riordina le immagini sparse ed indica nuovi sentieri dove perdersi e ritrovarsi.
Nel processo creativo però i testi non vengono presentati ma solo il risultato fotografico.
Questi scatti sono stati fatti nel corso del 2016 e 2017.
DARKNET LADIES
( work in progress )
Ho scelto come forma espressiva la fotografia di documentazione, fatta senza cavalletto e fuori dallo studio, perchè soffro di irrequietezza e di inquietudine. Devo muovermi molto, scoprire e vedere le cose, più cose possibili. Sono morso costantemente da una curiosità che mi spinge a camminare a qualsiasi ora del giorno e della notte per scovare luoghi, cercare volti e ambientazioni per storie e racconti. Le mie idee nascono dal cammino e dall'incontro casuale con dei soggetti.
La mia può essere definita "fotografia di strada" non perchè è tesa a catturare la casualità e il movimento sui marcipiedi della città, ma in quanto è agita e fatta per la strada, senza una pianificazione, una premeditazione, una strutturazione a tavolino.
Una sera, dopo cena, un mio amico musicista mi ha chiamato e mi ha detto che andava a mettere dei dischi ad una strana serata di lap dance nell'estrema periferia di Firenze.
Gli ho detto: "Passa a prendermi che vengo a fare due foto"
Mezzora dopo la macchina del mio amico era sotto casa mia. Un'ora dopo mi trovavo nel backstage del locale, con intorno una dozzina di ballerine lap dance e il barista che mi offiva un drink dopo un altro, senza pagare un centesimo.
Adoro questo lato della fotografia; la casualità, il rischio, la totale e assoluta mancanza di premeditazione. E' come il gioco, ti può andar bene come male, ma l'importante è stare al rischio e provarci.
E' cominciata così la serie DARKNET LADIES, sulla vita notturna e il vizio nelle nostre città. Con un'auto che mi veniva a prendere sotto casa in un noioso sabato fiorentino e la voglia di avvicinarmi ad un mondo a me sconosciuto e a alla mercificazione più totale del corpo femminile. Il mio punto di vista non è moralistico ma semplicemente di osservatore. Penso ad immergermi nella situazione e a scattare. Non ho un particolare approccio filosofico legato all'immagine. La mia fotografia è fisica, legata all'istinto e all'intuizione.
DARKNET LADIES è un work in progress autoprodotto, un reportage creativo sulla notte e sul vizio che presto vorrei far diventare una mostra o una proiezione multimediale accompagnata dalla musica.
D. R.
TATTILE PSICHICO
"Per me l'atto fotografico è un esercizio di ricomposizione e di ricostruzione esistenziale, un riconnettermi con l'intimità di un istante che non ritorna. Utilizzo
frammenti di viaggi e di esperienze separate anche da molti anni tra loro. La macchina fotografica sviluppa una sorta di sequenza cinematografica, momenti silenziosi come inizi di film,
trame non sviluppate, piccole storie sospese nel tempo. Utilizzo pellicole analogiche in bianco e nero che sviluppo con tempi lentissimi in camera oscura. Le macchine e gli obiettivi che uso sono
spesso vecchissime, trovate nelle scatole della mia soffitta, amo rovistare nei vecchi mercati della pulci alla ricerca di pezzi di antiquariato fotografico"
LA MAGIA IN ALTA QUOTA
"Un giorno ho deciso di andare a fotografare i fantasmi delle montagne, in alta quota. Non ho trovato nessuno degli elfi e dei folletti che cercavo, ma solamente tanto abbandono. Quello che
doveva essere un reportage sulle tradizioni e le leggende del Trentino Alto Adige e della Valle D'Aosta, si è trasformato in una testimonianza sulla gente che ha lasciato il proprio luogo di
origine per inurbarsi. Io seguendo esattamente il moto contrario della civiltà contemporanea, che tende a colonizzare e a riprodurre clichè abitativi per evolversi nel consumismo, sono salito in
quota e ho cercato di allontanarmi il più possibile dalle città. Ero solo e con una macchina fotografica. Sono tornato dopo circa dieci giorni. Così è nata La Magia in Alta Quota, una magia che
poi ho trovato solo dentro me stesso, nel confronto con il vuoto e col silenzio"
"La fotografia come battito ed espressione"
La mia fotografia nasce anche dalla passione per la letteratura e la poesia.
Autori come Dino Campana, Jack Kerouac, Gregory Corso, William Bourroughs mi hanno ispirato i viaggi e le atmosfere che si ritrovano in questi miei scatti.
Dentro le mie foto in bianco e nero ci sono il cammino, la fatica dello stare a galla in un mondo sempre più alienante, la voglia di espressione e la ricerca della libertà attraverso la
liberazione del corpo e della mente.
La fotografia e la scrittura per me sono dei mezzi per descrivere ciò che vivo e per permettere alla memoria di tornare a galla con più prepotenza.
Non mi ritengo un teorico o un amante della autorialità, piuttosto un "beat" e un espressionista dell'immagine che ha trovato in questi mezzi una forma di salvezza necessaria.
Duccio Ricciardelli
nasce a Firenze nel 1976, dopo una laurea in Storia e Critica del Cinema si dedica alla fotografia di reportage e di scena. Approfondisce successivamente i suoi studi sul cinema documentario
presso il Festival dei Popoli di Firenze, cominciando a lavorare come operatore, assistente operatore e regista. Lavora per due anni a Roma come assistente di produzione presso la Fandango di
Domenico Procacci. Ha diretto e fotografato due medio-metraggi sperimentali realizzati entrambi sulle montagne del Trentino, “Ciadina” ( 2008 ) e “Schegge” ( 2009 ). Vince il premio Playmaker
2009 (FST Mediateca Toscana Film Commission -Play Arezzo ) e con questo contributo realizza il suo terzo lavoro dal titolo “Viaggio a Planasia” ( 2010 ) documentario sulla situazione carceraria
sull'isola di Pianosa. Nel 2011 produce e dirige il cortometraggio documentario “Chiodo e il fiume”. Con il video “Vanitas” ( 2011 ) si aggiudica il contest di Video arte della Notte Bianca di
Firenze 2011. Nel 2013 vince il Fondo Cinema della Regione Toscana con il documentario “Maldarno” (2012) del quale cura sceneggiatura e regia. Il suo ultimo documentario“Porto Sonoro” (2015 ) è
stato prodotto dalla Genova Liguria Film Commission con una giuria presieduta dal Maestro Giuliano Montaldo. Giornalista pubblicista, nell'ultimo periodo la sua ricerca si rivolge con
rinnovato interesse alla fotografia sperimentale e al fotogiornalismo.
https://vimeo.com/duccioricciardelli