DUCCIO RICCIARDELLI
Ho cominciato a fare delle “Photo performance”. Prima con la telecamera ed il personaggio in movimento, poi con la macchina fotografica e la pellicola in bianco e nero. Spesso chiamo come attori delle mie sequenze dei poeti, degli scrittori amici miei. Mi piace sempre stare a contatto con delle persone che lavorano su delle storie. Mi sento a casa, al caldo con chi mi parla a lungo di un progetto suo. Ci troviamo nel luogo che piace a loro, nel caffè o bar che preferiscono. Chiacchieriamo del più e del meno, mi raccontano della storia di quel luogo e delle emozioni che provano a stare lì. Poi molto spesso camminiamo molto e nella passeggiata improvvisiamo un piccolo film statico. La fotografia è il mio modo di entrare in relazione con la realtà e le persone. Prediligo i luoghi periferici per scattare le foto. Qui siamo in un canale dalle parti delle Cure e c’è un caffè poco più avanti sopra il ponte. Il cielo era grigio, molto adatto al bianco e nero. Il caffè macchiato buono.
Data: Febbraio 2020
Luogo: Le Cure Firenze
Performer: Alessandra Greco
LOCKDOWN PHOTO REMIX
Dal 10 Marzo 2020 tutti gli italiani si trovano in lockdown a causa della pandemia da Covid – 19.
Come fotografo non mi è possibile scattare fotografie e non posso muovermi all’esterno della mia abitazione.
Trovo allora una soluzione di emergenza espressiva. Decido di prendere dei miei vecchi scatti digitali che avevo nel mio archivio e di “remixarli”.
Ne faccio una versione nuova, divento post produttore della mia stessa fotografia.
Remixo come un dj musicale ciò che ho fotografato all’esterno e lo trasformo in qualcosa di completamente nuovo.
Da quando ho scoperto questa tecnica che si accosta molto alla musica, sperimento sui miei vecchi scatti e ritrovo un nuovo stimolo di immaginazione, un senso di infinita libertà creativa.
MANIFESTO DEL “FOTO ERMETISMO”
Faccio questi scatti vuoti
Annullo il pensiero, sospendo il respiro.
Poi mi piace se qualcuno dentro ci vede una storia, un inizio di narrazione. Storie urbane semplici, molto brevi fulminee. Vociane. Strapaesane.
Ermetiche.
Di Campo di Marte
Di Bellariva
Ermete Trismegisto beve un cocktail verde acceso
Dissetante
SILENZIO VIVO
Scrivo e fotografo con la curiosità, la fame di un adolescente
Ritorno al realismo familiare della fotografia in una giornata di sole che annuncia la primavera
Il mio cammino è scrittura urbana di strada
Ritorno al silenzio vivo dell’Appennino innevato
Ritorno al respiro semplice
Medito e scatto
E l’amico regista dall’altro capo del telefono fisso, mi raccontava le sue imprese festivaliere
Ci piaceva sentirci al fisso, solo al fisso
E mi diceva ogni tanto: “Secondo me hai trovato un silenzio vivo, pieno”
Mi feci una bella caffettiera e mi rimisi a scrivere
Duccio Ricciardelli
TATTILE PSICHICO
"Per me l'atto fotografico è un esercizio di ricomposizione e di ricostruzione esistenziale, un riconnettermi con l'intimità di un istante che non ritorna. Utilizzo
frammenti di viaggi e di esperienze separate anche da molti anni tra loro. La macchina fotografica sviluppa una sorta di sequenza cinematografica, momenti silenziosi come inizi di film,
trame non sviluppate, piccole storie sospese nel tempo. Utilizzo pellicole analogiche in bianco e nero che sviluppo con tempi lentissimi in camera oscura. Le macchine e gli obiettivi che uso sono
spesso vecchissime, trovate nelle scatole della mia soffitta, amo rovistare nei vecchi mercati della pulci alla ricerca di pezzi di antiquariato fotografico"
"La fotografia come battito ed espressione"
La mia fotografia nasce anche dalla passione per la letteratura e la poesia.
Autori come Dino Campana, Jack Kerouac, Gregory Corso, William Bourroughs mi hanno ispirato i viaggi e le atmosfere che si ritrovano in questi miei scatti.
Dentro le mie foto in bianco e nero ci sono il cammino, la fatica dello stare a galla in un mondo sempre più alienante, la voglia di espressione e la ricerca della libertà attraverso la
liberazione del corpo e della mente.
La fotografia e la scrittura per me sono dei mezzi per descrivere ciò che vivo e per permettere alla memoria di tornare a galla con più prepotenza.
Non mi ritengo un teorico o un amante della autorialità, piuttosto un "beat" e un espressionista dell'immagine che ha trovato in questi mezzi una forma di salvezza necessaria.
Duccio Ricciardelli
nasce a Firenze nel 1976, dopo una laurea in Storia e Critica del Cinema si dedica alla fotografia di reportage e di scena. Approfondisce successivamente i suoi studi sul cinema documentario
presso il Festival dei Popoli di Firenze, cominciando a lavorare come operatore, assistente operatore e regista. Lavora per due anni a Roma come assistente di produzione presso la Fandango di
Domenico Procacci. Ha diretto e fotografato due medio-metraggi sperimentali realizzati entrambi sulle montagne del Trentino, “Ciadina” ( 2008 ) e “Schegge” ( 2009 ). Vince il premio Playmaker
2009 (FST Mediateca Toscana Film Commission -Play Arezzo ) e con questo contributo realizza il suo terzo lavoro dal titolo “Viaggio a Planasia” ( 2010 ) documentario sulla situazione carceraria
sull'isola di Pianosa. Nel 2011 produce e dirige il cortometraggio documentario “Chiodo e il fiume”. Con il video “Vanitas” ( 2011 ) si aggiudica il contest di Video arte della Notte Bianca di
Firenze 2011. Nel 2013 vince il Fondo Cinema della Regione Toscana con il documentario “Maldarno” (2012) del quale cura sceneggiatura e regia. Il suo ultimo documentario“Porto Sonoro” (2015 ) è
stato prodotto dalla Genova Liguria Film Commission con una giuria presieduta dal Maestro Giuliano Montaldo. Giornalista pubblicista, nell'ultimo periodo la sua ricerca si rivolge con
rinnovato interesse alla fotografia sperimentale e al fotogiornalismo.
https://vimeo.com/duccioricciardelli