Giorgia Karvunaki
presenta
Dafni Vouvàli
Non solo i poeti, ma anche noi lettori sentiamo spesso il dovere di ringraziare quel potere che fa nascere il parlare poetico, un dono dall'alto, che attraverso le vie della creatività, si trasforma in penna poetica. Nascono dal silenzio le parole che costituiscono la quintessenza del logos, quel silenzio significativamente attivo, su cui si basa l’artista - poeta per ricevere segnali e bagliori segreti da phryctorie [segnalazioni con torce nell’antica Grecia], provenienti da sussurri, a volte anche da grida impercettibili alle orecchie meno sensibili. Quel silenzio fa parte del mondo esistente, del presente, ma spesso e volentieri fa parte del mondo del passato, che ha però lo sguardo e la mente rivolti verso il futuro.
Dafni Maria Vouvàli, nota giornalista e traduttrice greca, nel 2011 è apparsa nel mondo letterario con la sua prima raccolta di poesie intitolata ‘Κόκκινο φυλαχτό, Γαβριηλίδης ’ (Talismano rosso, Casa editrice Gavriilidis), con lo pseudonimo Dafni Maria Ghi. Il suo logos poetico ha conquistato subito sia i lettori che i critici letterari, grazie all’uso di un linguaggio elevato, un linguaggio che riesce a trasmettere emozioni intense, pensieri ricchi di sfumature e immagini che scorrono come l'acqua limpida di un ruscello di montagna.
Le sue poesie sono scritte in versi liberi, e sono piene di metafore, similitudini e allegorie, che conferiscono al suo narrare poetico un tono tutto particolare, accentuato dalla sinergia di una sorprendente iconografia.
Particolare attenzione meritano quelle sue poesie - come la poesia dal titolo ‘20 luglio 1974 - Cipro’ – che con sensibilità sia sociale che storica tracciano con nitidezza quasi fotografica importanti tappe della memoria collettiva.
La sua penna, in cui si innesta un afflato altamente poetico dà vita a sei raccolte di poesie dai titoli particolarmente ricercati.
La casa editrice Gavriilidis, che ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie, pubblica nel 2012 anche la sua seconda silloge dal titolo ‘Ένας στεναγμός ’ (Un sospiro), e nel 2014 la terza, intitolata ‘Ο Κήπος και η Άσφαλτος’ (Il giardino e l’ asfalto). La casa editrice Οι εκδόσεις των φίλων pubblica nel 2015 la sua silloge dal titolo ‘Για την Ιθάκη’ (Verso Itaca), e nel 2019 ‘Λέξεις μονάκριβες’ (Parole speciali). La sua ultima raccolta di poesie, intitolata ‘Τα λόγια του ονείρου’ (Le parole del sogno) è stata pubblicata nel 2021 dalla casa editrice Βακχικόν .
La giornalista – traduttrice – poetessa Dafni Maria Vouvàli Ghi nel 2017 ha pubblicato con la casa editrice Κοράλλι una raccolta di racconti poetici dal titolo ‘Της Κάλυμνος Κύματα και παραμύθια’ (Onde e favole di Calimno) in onore dell’isola del Dodecaneso da cui proviene la sua famiglia.
Dafne Maria Ghi-Vouvàli
Delfi
Il viso del paesaggio
desiderio,
palpito della luce nello spirito
fruscio dell’aura tra i tronchi dei cipressi
melodia dei versi,
mentre riempiono le pagine non scritte
dei poeti,
mentre raccontano la pace e lo scompiglio del mondo
Il viso del paesaggio
cortesia
mani sollevate per un abbraccio
sguardo modesto, pulito sotto la cupola celeste
e lettere-baci dei pendii verdeggianti e delle rocce selvagge,
fino agli uliveti e alle lontane lingue marine
Il viso del paesaggio
grazia preesistente
anima della storia
scolpita nel corpo il rilievo della terra
parole, bisbigli e poesie
foglie di alloro e il fumo sublime di Pizia,
specchio profondo come un fondo limpido
di noi stessi nudi
Anima della storia
simboli divini che sorgono lentamente,
e si imprimono sui marmi antichi
simboli divini e gloria
splendore intramontabile
segni indelebili e creazione di una patria
"L’uomo misura delle cose"
il viso del paesaggio
Poesia premiata al XXXIII CONCORSO NOSSIDE
e pubblicata nella relativa Antologia (2017 -2018).
***
Verso Itaca
Dietro i timoni salati
profuma la patria
Sorge una mattina cosi come si scolorisce la luna
attraverso la nebbia dell'acqua viva
arco- madre
Scricchiola di antichità la sua armatura mentre si apre
Tra gli ibischi e le buganvillee
appare la patria
Fa fiorire la terra color marrone, boccioli pieni di moine
cortili biondi
abbracci che si intrecciano alle recinzioni
e cuori caldi seminati sui selciati
Tra i cipressi e gli abeti
respira la patria
Sulle pendici delle montagne, mentre le scali una dopo l’altra
ascolti il battito sereno
come palpi l’amore
dentro gli occhi azzurri
Si immergono I desideri nei suoi laghi
con le ninfe, le stalattiti e i piccioni selvatici
alla luce del sole in pieno giorno
e all'ombra delle grotte
si immergono i desideri
lacrime - baci sul viso del nostos
I sogni di pizzo si frangono nelle conche marine
Passioni come le acque cristalline
sullo zucchero della sabbia
Mille conchiglie e croci, e miti e storie
che raccontano i ragazzi, le stelle e i fanali
Lacrime - baci, sulla guancia del nostos
Dalla silloge ‘Verso Itaca’
***
20 luglio 1974 - Cipro
Nelle stanze del mio silenzio
il ricordo vaga
con i capelli sciolti
gettati sul suo corpo
e lo sguardo perso nel buio
"Lezione", dice "lezione".
Volti in bianco e nero svolazzano nel cielo
lacrime consumate nello specchio del tempo
carte consumate che non hanno mai trovato giustizia
solo le madri le mostravano nelle piazze
con un chiodo doloroso nelle viscere
Uccelli di ferro sradicavano allora la terra
cingoli torturavano il suolo
e il fumo trionfava sulle anime come un fungo
schermi infetti con le immagini dei disastri
e noi inchiodati di fronte alle loro bocche
Patria tradita
nessun padre ha mai potuto difenderti
solo come anima immortale da allora ti disperdi nella luce ogni mattina
"Lezione", dici, "lezione"
"Non ho mai dimenticato"
Nelle stanze della mia anima
il ricordo vaga
palpando paesaggi infranti nel buio
con morti preannunciate
e quel peso che mi mette sempre in ginocchio
sotto il loro suo velo nero
Ripristino totale
con acqua, vino e miele sopra i sepolcri
Coefora la memoria
Poesia inedita
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Della pioggia
Sui sentieri dei sogni
il respiro delle nubi;
mi sfiora,
ad ogni soffio del vento del sud.
Un viso gocciolante avvicina le labbra
e mi bacia.
Depone cristalli su ciascuna mia palpebra e si irida
inverno e estate,
finché non vado via. Buona notte.
Sono giovane, e un tocco di pace c'è sempre.
Le nubi respirano.
Sterno grigio bianco che sale e scende lentamente.
Il corpo della nebbia si si muove e sorride.
Sono nelle mani del cielo.
Le sfioro sul mio stesso corpo.
Conto le gocce che mi bagnano,
poi le annuso: ‘margherita piangente’, mi dicono.
Sfioro le mani del cielo - le nubi mi sorridono
e mi offrono - margherite.
Mi amano. Mi amano sempre.
I ragazzi della pioggia stanno giocando
nei loro Giardini irrigati.
Ιο vago con il pensiero.
Mi disintegro sulle nubi e ruzzolo.
Divento pallido e mi distendo.
Le loro figure, sono mie sorelle, non gli dovrei parlare?
Le vele veleggiano all’orizzonte, grigie e bianche.
Trecce grigie e bianche
cadono dal cielo sulla terra .
Dai miei capelli.
Piove. Mille gocce sugli aghi dei pini, all'alba.
E sui ciclamini
che germogliano alle loro radici.
E poi mi sveglio
e divento di nuovo adulto.
Dalla silloge ‘Le parole del sogno’
***
Visioni estive
C’è di nuovo il plenilunio
fa un ciclo, si immerge nel buio e poi si riempie
Da quali profondità inconfessabili trae la sua luce?
Farò un salto per cadere nell'acqua,
per farmi bagnare dalle monete d'argento
e far giocare a nascondino la polvere d'oro tra i miei capelli
Accarezzo la luna con le mie cinque dita
la faccio rotolare e ballare sul mio palmo
galoppo nella sua luce bianca e nel suo pallore rugiadoso
e canto con la sua voce
Poi la mangio;
è dolce come un loto che ammalia i viaggiatori
ne mangio una fetta dopo l’altra
e rimane ogni volta intatta
Dalla silloge ‘Il giardino e l’asfalto’
***
Le note
Indulgenti e compassionevoli le note sul mio capezzale;
passeggiano di notte sul sentiero della mia vita,
vagando con saggezza, come i bambini, tra i suoi vicoli.
Neonati che girondolano nel passato, con nastrini bianchi nei capelli
e sguardi diretti.
Neonati che amano il sole di altri tempi,
il sole eterno e la pioggia soave,
i passi morbidi al tatto della madre,
i loro primi passi lungo i viali.
Rifugio della memoria le note,
casa dei ricordi,
quando aprono con la chiave la bocca inesorabile del tempo
e indifese immergono le anime umane nelle loro viscere.
Indulgenti e compassionevoli ballano
nella quiete della stanza,
mi sollevano affettuosamente e mi confortano.
Culla, che si muove lentamente lungo il suo stesso viaggio
con le sue minuscole vele bianche, spiegate al mondo dei sogni.
Labbra, che cantano come salmi la loro storia
con l'irresistibile sortilegio degli usignoli -
che è nello stesso tempo lido odoroso di fiori
e fiori olezzanti di lido,
sotto la luce della cupola celeste.
Poesia premiata al XXXIV CONCORSO NOSSIDE
e pubblicata nella relativa Antologia (2019 -2020).
***
Come
Come il silenzio inizia improvviso a partorire versi
Apre la bocca come una madre
genera gridi
partorisce
e depone con affetto i suoi figli nella culla
Come fanno le sue labbra
a sussurrare con tanta purezza
farfalle immacolate
nel cuore della notte
lì dove regnano le ore piccole
e si rotea la polvere d’oro della bacchetta notturna.
Farfalle immacolate
purissimi versi
impavidi, che si reggono
solamente nella veste della loro verità.
Nelle ore piccole il silenzio fiorisce tesori, boccioli,
spalanca i suoi portali
e le sue labbra frusciano parole speciali
poesie che scorrono lentamente in sentieri divini
e cospargono di respiro immortale i Giardini degli umani ...
Dalla silloge ‘Parole speciali’
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I paria
I girasoli sono tramontati nelle fanghiglie
Questa volta
sono stati sepolti dentro le fosse.
Non si è levato il sole per vederli
solo clessidre si sono erette nel cielo
che svuotavano il tempo
e piangevano solchi su guance amareggiate
e le comunità distoglievano lo sguardo.
Si inclina l'orizzonte sulle imbarcazioni
aquilino
i sentieri si incurvano
e il mare rimane resta in silenzio.
Con catene ai piedi
si trascinano nelle stive
giorno e notte paria inveleniti
con figli in esilio
e le loro radici dormono
L'onda silenziosa affonda le speranze in mare aperto
e sogni illacrimati,
giochi non senza nome affidano depongono la loro anima
all’ abitazione maggiorenne del Tempo·
le radici dormono.
Mura, mura
feritoie
e di sopra i girasoli
È doveroso
ora che le navi stanno bramando
ora che stanno supplicando,
è doveroso che i girasoli si sveglino ...
Dalla silloge ‘Parole speciali’
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Il Calvario
Gemevano i fiori al Vespro
e il crepuscolo odorava Sacrificio
amore
amore solo fuoriesce
appena piegano tristi le violette
i loro boccioli
Angeli si sollevano portando il lutto di Dio
svolazzando nella dolcezza della notte;
in ginocchio l'orizzonte
in ginocchio le montagne.
Le onde disseminano olio santo.
Amarezza
amarezza
con devozione le Ore Grandi hanno dispiegato il loro compianto
e hanno composto con esso ghirlande
per lodare il Poeta·
il crepuscolo ha odorato di Sacrificio.
l'universo si è eretto bianco dinanzi a Lui
ed attendeva
vento stazionario
vita stazionaria
finché il cielo non ha fatto sorgere di nuovo la Resurrezione
e gli uccelli non hanno cinguettato campane
e non ha ripreso olezzare il Respiro del perdono
Dalla silloge ‘Parole speciali’
***
Il bianco
Dietro la foschia
gli uccelli vivono
volano sulle radure
svolazzano roteando e ballano
Pregiata la luce del mondo li abbraccia
gli parla con note che cantano la gioia
li trova e li perde nel bianco della prima infanzia
accarezzando la loro orbita
Attraverso le ceneri li guardo
attraverso il silenzio li desidero
il mio respiro apre la strada per raggiungerli
So che sono sempre lì
Dietro la foschia
vivono gli uccelli,
immersi nel vento cantano
non appassiscono mai
e non muoiono mai
Dalla silloge ‘Parole speciali’
Dafne Maria Ghi-Vouvàli è poetessa, giornalista e traduttrice. È nata ad Atene, dove vive. Ha conseguito una laurea in filologia francese presso l'Università di Atene e parla molto bene inglese e russo. Ha lavorato per molti anni per varie testate greche come redattrice di notizie estere, nonché come traduttrice per importanti case editrici. Ha pubblicato le seguenti raccolte di poesie: ‘Κόκκινο φυλαχτό’ (Talismano rosso), ‘Ένας στεναγμός’ (Un sospiro), ‘Ο κήπος και η άσφαλτος’ (Il giardino e l'asfalto) ‘Για την Ιθάκη’ (Verso Itaca) ‘Λέξεις μονάκριβες’, (Parole speciali), ‘Τα λόγια του ονείρου’ , (Le parole del sogno), nonché un racconto poetico, ‘Της Κάλυμνος κύματα και παραμύθια’ ‘Οnde e fiabe di Calimno’. Da alcuni anni si occupa anche di critica letteraria per numerose riviste cartacee ed elettroniche.
Giorgia Karvunaki (www.giorgiakarvunaki.com) è nata in Grecia, a Creta, a Canea. Ha conseguito degli studi sia in Italia sia in Grecia.
È membro associato e National Convener per la Grecia dal 2007 della Commissione internazionale per la storia delle istituzioni rappresentative e parlamentari (ICHRPI), Rappresentante accreditata del Nosside, Premio Internazionale di Poesia (Unesco) e membro dell'International Theatre Institute (ITI).
Vive ad Atene, dove lavora come insegnante, traduttrice, promotrice culturale e ricercatrice di storia. Riviste greche, italiane e rumene cartacee e elettroniche ospitano i suoi articoli, le sue traduzioni e le sue interviste. Opere teatrali che ha tradotto sono state messe in scena in Italia e in Grecia. Nel 2018 è stata premiata dall' Istituto Italiano di cultura di Atene con il Premio Luigi Pirandello.