MARIA GRAZIA CHINATO
Maria Grazia Chinato, Loro due, Samuele Editore, 2024
Ti sei calato nella mia sera
nuovo pesce nell’oceano
Guizzano suoni caldi in corpi
lasciati alla deriva
senza bufere a spingere forte
come ad affondare la tua barca
Gusci di chiocciole e resti
mi fanno risacca
“[…] Poesia come finestra aperta su un universo intimo dove il tempo si dissolve e la memoria si intreccia con l’amore in un abbraccio eterno. il libro appare come un canto silenzioso che risuona nelle profondità dell’essere, un viaggio tra le ombre e le luci della vita dove ogni verso è un soffio di eternità. Loro due si presenta non solo come una raccolta di poesie ma un 14 vero e proprio invito a perdersi e a ritrovarsi nel mistero dell’esistenza, a scoprire la bellezza nascosta nei frammenti di tempo e nei riflessi della memoria. non dimenticando però di riflettere sulla natura fugace della bellezza stessa e dell’incanto, e sull’inevitabile realtà del cambiamento e della perdita”. — Dalla prefazione di Alessandro Canzian
Maria Grazia Chinato ha svolto attività come psicologa clinica, epistemologa e docente universitaria. Scrive e si occupa di poesia da metà degli anni ottanta anche attraverso ricerche sulla sua valenza trasformativa nella formazione. L’incontro con gli scritti poetici di giovani con disabilità le ha permesso d’integrare le competenze professionali con la poesia attraverso una ricerca descritta nel volume: Avevo un pregiudizio, viaggio tra formazione e poesia (Bonaccorso ed. 2014). Fa parte di due gruppi veronesi che ha contribuito a fondare: Poesiaincorso e Poesia dal mondo, gruppo multietnico con il quale ha pubblicato tre raccolte nelle diverse lingue e loro traduzioni: Puri suoni (QuiEdit, 2019), Sono radice (Bonaccorso Edizioni 2014) e Le lingue si parlano (Bonaccorso Edizioni 2011), e tenuto letture e convegni pubblici. Come poeta ha pubblicato, inoltre, le raccolte poetiche: Annotazioni di un’assenza (Aletti Edizioni, 2018, postfazione di Chiara Zamboni) e Cicale d’inverno (Edizione Europea, 1989).
ALESSANDRA TOMBINI
Alessandra Tombini, Stanotte ti ho sognato, Raffaelli Editore, 2023
Con voi
assenza senza mancanza uguale niente.
Questo sono stata per tutto il tempo che ho
aspettato:
un vuoto in attesa di essermi sbagliata.
Ma io ti ho amata per due, mamma
per riempire quel vuoto abominevole
per cancellare la tua colpa col perdono
della mia carne bambina
per non vederti piangere.
“Alessandra Tombini con Stanotte ti ho sognato, dà vita a un corpo a corpo archetipico, dunque modernissimo, quello fra il nostro io intatto, innocente, sovrapponibile alla dimensione dell'infanzia, e il tu presente, adulto, costituito da tutte le ferite, lacerazioni, che la vita ci offre come educazione a se stessa e ai sentimenti. Ne nasce un dialogo serrato fra la bambina e la donna, due frammenti della stessa esistenza che cercano attraverso l'incontro nei versi una pace possibile. Perché Il mosaico si ricomporrà e apparirà ciò che avrebbe sempre dovuto essere”. Daniele Mencarelli
Alessandra Tombini è autrice di tre raccolte di poesie e un racconto breve. La prima “Bava di lumaca” edita nel 1999 da Libroitaliano e vincitrice del premio selezione poesia '99 assegnato dalla casa editrice. La seconda “La figlia di Elios” edita da Raffaelli Editore, Rimini 2022, uscita con una nota di Lella De Marchi. La terza “Stanotte ti ho sognato” edita da Raffaelli Editore, Rimini 2023, uscita con una nota di Daniele Mencarelli, vincitrice del secondo premio al premio nazionale di poesia e narrativa “Alda Merini” IX edizione e finalista del premio Ovidio. Il racconto breve inedito “Click” è risultato primo classificato al premio letterario nazionale “Il meleto di Guido Gozzano” nel 2024, XIV edizione.
DORIS BELLOMUSTO
TIZIANA TOSI
Arianna
testi di Doris Bellomusto , illustrazioni di Tiziana Tosi
Le pecore nere editore
2024
Le pagine di Doris Bellomusto e Tiziana Tosi rivivono e attualizzano una figura mitologica
che attraversa il tempo e gli spazi geografici, generando nel lettore una catarsi: il lamento
di Arianna abbandonata, il suo urlo disperato, trasmutano il presagio di morte in eco di
speranze d’amore e vita.
(Dalla prefazione di Imma Guarasci, regista teatrale)
Un filo rosso. Una caverna. Un ventre comune che crea connessioni indelebili e viscerali,
quelle di Arianna e il Minotauro. Un’appartenenza che trova voce solo attraverso il
perdersi e il ritrovarsi. Al di là della dualità. Disidentificarsi nel volto dell’altro, quello di
Teseo, per rinascere a sé in nuova forma. Completa. L’Amore.
(Dalla postfazione di Silvia Turci, psicologa)
Non mi perdonerò.
Non perdonerò la mia pelle
ubbidiente ai desideri.
Non perdonerò la mia mente
ubbidiente all’astuzia.
L’amore è un inganno degli dèi,
un guasto al cuore.
L’amore fa sudare,
fa male, fa bene.
fa ingrassare, fa dimagrire,
è indigestione, è congestione.
L’amore è indifferente.
Fa i suoi interessi.
Non sa curare il male,
non sa medicare le ferite,
non si preoccupa della morte,
si crede immortale
è solo immorale l’amore.
O forse è al di là del male,
al di là del bene.
Non ha morale.
Somiglia al mare,
va e viene,
dà e trattiene.
Conosce il sole e la tempesta,
la festa, il vento forte,
la morte.
Il Minotauro era il frutto della mostruosa unione, corpo umano e testa taurina,
bisognava nasconderlo al mondo, fu nascosto nel labirinto.
Siamo nati dallo stesso sciagurato ventre io e il Minotauro, ma io questa comune
appartenenza l’ho dimenticata, ho lasciato che l’oblio la logorasse, la divorasse,
come fa la ruggine col ferro.
Siamo nati dallo stesso avido ventre io e il Minotauro, ma io ho lasciato che Teseo
lo uccidesse.
Voglio dare voce a chi voce non ha.
Le mie ombre hanno tanti nomi e io ci salterò sopra, le accompagnerò ovunque
vorranno andare, mi farò seguire, inseguire, mi lascerò ingoiare dal sole di
mezzogiorno.
Sarò un trampoliere matto all’ora del tramonto, avrò gambe lunghe per compiere
passi falsi. Nutrirò desideri folli, colorati di rosso e spumeggianti, come l’onda
del mare a cui non so darmi.
DORIS BELLOMUSTO
Si è laureata in lettere classiche presso l’Università della Calabria, insegna
materie letterarie presso il “Liceo G. Pascoli” di Barga (LU), dove vive dal
2011. Non ha mai dimenticato né i suoi studi classici né le sue radici
meridionali. Dalle sue inestinguibili nostalgie sono nate le raccolte di
poesie Come le rondini al cielo (edizioni Tracce, Marzo 2020); Fra
l’Olimpo e il Sud (Poetica edizioni, Luglio 2021); Nuda (Ladolfi editore,
Giugno 2022). Per la casa editrice Le Pecore Nere ha scritto Ti abbraccio,
Teheran e A corpo libero. Direttrice della collana “Foglie” per la stessa casa
editrice è arrivata seconda al Premio Nabokov e al Premio Le Ragunanze.
TIZIANA TOSI
Tiziana Tosi, insegnante di italiano e arte nella fascia d'età 6-10 anni.
Laureata in Scienze dell’Educazione. Un'unica grande passione:
l'illustrazione e l'ideazione di storie per bambini e adulti. Ha illustrato per la
casa editrice Indomiti pensieri differenti il testo Orso Palloncino. Pubblicato
dalla casa editrice La strada per Babilonia Nalin e le cinque saggezze di cui
è coautrice e illustratrice. Con Voglino editrice è uscito il testo per le scuole
Alfi e Betta, gemelli ribelli a spasso per l’alfabeto. Nel 2023 Il pescatore di
nuvole in italiano e inglese con La strada per Babilonia e La mamma è mia
per la casa editrice La fabbrica dei segni. Nel 2024 ha scritto Ti abbraccio,
Teheran per Le Pecore Nere.
LE PECORE NERE EDITORIAL
Le Pecore Nere è una realtà editoriale transnazionale fondata nella città di Rosario (Argentina) e approdata da gennaio 2019 in Calabria, a Cosenza, guidata da due giovani donne, l’italiana Maria Pina Iannuzzi e l’argentina Regina Cellino. La casa editrice si propone come spazio letterario aperto a voci differenti, in particolare, alle trame letterarie moderne e contemporanee che consentono di costruire e rinnovare ponti tra l'Italia e l'Argentina. Pubblichiamo autori la cui scrittura abbia un'impronta “Glocal” (globale e locale),
ovvero opere che nascono in un territorio definito ma che, al tempo stesso, siano capaci di farci interrogare su questioni universali.
SELVA NERA
Selva Nera, Avversi - Cartoline dall'inferno, Le Lettere Scarlatte edizioni, 2024
"La vita non è armoniosa, come la poesia non può essere mera prosa letteraria. Il poeta è un paradosso, per questo negare questo ruolo, come tutti i ruoli che ci affibbiano, fa bene al cuore.
È una tensione che ispira questi avversi. Nella torre d’avorio delle passioni vedo schiudersi il pensiero. La dissonanza fa il suo giro ostinato al contrario nella profondità e di colpo demolisce la superficie delle cose. La mansuetudine trova scheletri, l’ammutinamento, invece, spinge, indelebile, sul furore.
Versi, ritmi e sogni cantano l’azione. Si tratta di rendere l’animo mostruoso per distruggere gli orrori del mondo. Forme d’amore, di odio e di deliri per far a pezzi la tortura della fede e del veleno dell’autorità. L’ira poetica non può che essere criminale in un mondo dove la libertà è il crimine schiacciato dalle fauci dell’ordinario manganello e della ginnastica dell’obbedienza.
Il balzo è nell’innominabile e nell’inaudito, per scommettere sull’ignoto, dove le lacrime sono lava per bruciare ogni ordine. Per trovare una lingua di fuoco bisogna smetterla con quei fossili degli accademici. Annusare gli odori, vivere i profumi, danzare nei suoni e pensarsi tutt’altro, ergo radicalmente il contrario di un mondo tecnologico servito al banchetto della noia.
Quando sento la mente nauseata è il cuore che si ammala.
Questi avversi fuggono dalla realtà per tentare di darsi al
sogno di distruggere ciò che devasta ogni anelito di gioia.
Dove sono i meravigliosi cigni neri?"
ALL’EPOCA
Dormienti all’epoca,
disegnatori di cornici
nel quadro non vi è nulla.
Nel profondo dell’origine,
le radici del cuore.
Esauriti,
il brusio democratico
e il silenzio insurrezionale:
leggerezza.
Luce che aggroviglia ciò che è nascosto,
ritagli di vocaboli si fanno piccoli
nei ciuffi della sterpaglia.
Il sentiero,
finalmente amabilmente aspro,
conduce all’infanzia delle ombre.
PALPEBRA
Chiudo gli occhi e apro libri,
vedo giardini
che stanno sulle desolate lande
fiuto innamoramenti
che fanno andare alla deriva,
epoche danzanti di strani animali,
mondi sospesi.
L’emergere del meraviglioso
dal capriccio di una palpebra,
dall’inaudito del pensiero,
dalla bellezza seduta accanto,
dall’odio infinito
come dall’amare senza riserve.
INCONTROLLABILE
Bramoso di serbare una zona franca,
campo libero all’inaccessibile,
all’irreparabile e dei suoi soli
lascio scorrere nelle vene
la bizzarra fantasia dell’incerto.
Non attardarti ad aspettarmi
nel burrone dei risultati,
ostile ad ogni calcolo
boicotto ogni indole al lavoro.
Che si abbatta una tempesta malefica,
che frantumi la triste esistenza,
sacrilegi incendiano ogni credenza
rovesci da tumultuosa poetica.