FRANCO BUFFONI
Per Roberto e Giuliano
NUOVE POESIE
I. - SILVANO IL PASTICCERE E ALTRE POESIE “LOMBARDE”
Silvano il pasticcere
Silvano il pasticcere sedicenne
E Guido diciottenne tornitore
Profittavano a Vizzola Ticino
Delle pause-pranzo per vedersi.
Guido passava con la sua Yamaha
E insieme scendevano sul greto
A mangiarsi il panino dei baci.
Per niente strano l’incidente di ritorno
Per via dell’improvvisa
Retromarcia di un camion.
La foto sulla Prealpina
Mostra due mani di vaniglia
Ancora avvinte alla tuta
Sbiadita su un fianco.
Il Porro Lambertenghi
Oggi che non si studia più la storia del Risorgimento
E le vecchie insegnanti sono in pensione o morte,
Ricordo lo stupore bisbigliato della Martegani Carla -
Restia ad aprire i libri -
Alla terza menzione degli eroi carbonari
Il Maroncelli il Pellico il Porro Lambertenghi…
“Ma perché? Era un suo parente?”
Ferma all’uso semplice di premettere “povero”
In lombardo al nome del defunto caro
Il poro Michele
Il poro papà.
Angeli a Parigi
Lassù da qui sento quasi
Il borbottio degli angeli più anziani,
E bisbigliano i più timidi,
Ma certi altri alzano la voce
Mentre i grandi candelabri e i ceri spostano
A Parigi, tra Crenna e la Boschina…
Dove errando io sbuco lungo un ciglio
Di strada all’ombra
Nella mesta controra.
Ul sass de preja buia
Richiama insieme il movimento e l’immobilità
Ul Sass de Preja Buia in quel di Sesto
Sulla sponda orientale del Ticino
Appena uscito dal Verbano.
Una massa pesante come scheggia di Zumstein
Che in leggera erranza
Sullo strato di ghiaccio precambriano
E’ poi a fondo penetrata nel terreno
Al bivio per Taino.
Come la scheggia quella vera
Del vetro nel mio polso
Di bambino.
Ul Sass de Preja Buia è un enorme micascisto, un masso erratico ritenuto sacro
fino all’Ottocento, in particolare per la fertilità delle giovani spose. Zumstein è una
delle cime del Monte Rosa. Taino, Crenna, Boschina sono località situate nella zona
di brughiera del Parco del Ticino.
Dall’odore che hanno le reti da pesca
Dall’odore che hanno le reti da pesca
Umide nella sabbia
Dal sapore d’arance in Inghilterra
Al mattino terrazzo
Dal colore del cielo negli ultimi
Giorni d’agosto
Dal rumore dell’acqua alla cascata
Sul Passo della Rossa,
Di anno in anno cose d’estate
Passate in giudicato e ritrovate
Io so
Che quando sarà l’ultima volta
Quando davvero non ne avrò più voglia
L’ultima volta sarà già passata.
Cimiteri
I
Poi quando torni ne trovi
Qualcuno al cimitero,
Di quelli alti sul muro
A centrare per divertimento
Le dalie dei vicini.
Li vedi lì coi loro
Faccini stanchi
E ti domandi quanto ancora,
Ieri, ieri l’altro, quanto? Tra le fotografie
Di quelli che conosci o conoscevi
Zie dei padri
E vittime delle moto i transigenti
Nipoti.
A loro modo una comunità,
Un piccolo paese,
Mentre nella metropoli di niente
Hanno conferma i vivi dei seppelliti
Nei falansteri fuori porta
O in transito verso la civiltà
Del vaso delle ceneri in tinello.
II
Piove sui cimiteri di campagna
E su quelli di marmo di città,
Piove sui colombari nudi
In occasione dei nuovi sussidi
Celebrativi concessi al rapporto
Tra abitato e area cimiteriale.
Colombari. Un nome che da bambino
Mi sembrava uno scherzo:
“Zitti voi in piccionaia”,
Diceva il mio maestro ai tre Colombo
- Daniele, Marco e Gino -
Disposti a semicerchio in terza fila…
E oggi eccoli là, ma non insieme, il ricco Gino
Nella cappella di marmo e vetri verdi
Al centro dell’aula camposanto;
L’abbandonato da moglie e figli Marco
In un letto a castello della salina bianca
Dove si aggancia ai morti il campo nomadi;
Mentre il Daniele ridente prende l’acqua
D’aprile in campagna
Tra un salice e un olivo
Da solo, come è sempre stato,
E in terra non del tutto consacrata.
II. - L’AUTOBUS DEI BAMBINI MORTI E ALTRE POESIE “ROMANE”
L’autobus dei bambini morti
L’autobus dei bambini morti
E’ quello che Christine Koschel
Vide a Berlino nel quarantacinque,
Alcuni ancora vivi, molti infanti
Tutti assolutamente soli
Abbandonati in una fuga dal nulla al nulla
Durante l’avanzata dei sovietici.
Da qui gli occhi per sempre
Che l’orrore hanno visto
Di Christine
Intraducibile se non
Nello strappo sintattico.
Christine Koschel, poetessa e traduttrice nata a Breslavia nel 1936, vive a Roma.
Roma, inverno 2012
Se n’è andato nel Tevere Marietto
In una notte di Roma con la neve,
Lanciato da suo padre per dispetto
A mamma.
Se tre fossero i mesi di Marietto
O quattro, soffrirei meno. Sedici: no,
A un anno e mezzo un bambino cosciente
Non puoi strapparlo di notte a una donna
Portarlo al fiume in gennaio mentre scalcia
Gridargli in faccia le parole.
Gli avrà mosso i braccini l’acqua gelida
Per qualche istante il pianto con l’acqua mischiandogli
Mentre un ramo più duro un numero
Sul polso gli raschiava.
Ansa: “L'uomo ha ammesso di aver lanciato il bimbo da ponte Mazzini. Tra le cause
del gesto, l’ennesima lite con la ex-compagna sull'affidamento del piccolo”.
Morivo e basta
Morivo e basta al semaforo ieri mattina,
Una frazione di secondo mi ha salvato,
Ma a quella massa di gente più giovane
Poco sarebbe importato. Molto poco,
Tranne che per il disagio al traffico
Da un corpo importunato.
Roma sampietrini scivolosi
Roma sampietrini scivolosi
Triplo lavoro la mattina al laboratorio
Di clinica veterinaria,
Poi i corsi di mimo e verso sera
Bozze a nausea da correggere…
Vanni se era brutto sopra i jeans
Metteva gli antipioggia
E quando in pausa pranzo li toglieva
Lì dinanzi
Era già tutto un programma
Che la domenica col parapendio
Esercitava a perdifiato. Vanni
Dopo tanti anni ancora nutri
Il pensiero del piacere che non dura
E del dolore che poi resta.
Di quella pausa pranzo senza casco
Per trasportare in fretta merda e piscio
Di sei gatti
Sterilizzati.
Gocce sul tappeto
E’ quel logoramento costante, quell’usura
Cui sottoponi costantemente la trachea
Che suggerisce a termine l’impresa,
Il trasloco negoziato
La tua resa.
E nel vuotare il mondo
Fallo piano,
Che non restino gocce sul tappeto.
Il mondo no
Il mondo… il mondo no,
Lui continua e continua
Col suo sorriso da dinosauro
Dipinto sul viso,
E un ego grande come un monumento
Funebre.
Si parva licet
Leopardi scriveva che in un intero anno
Solo pochi giorni hanno un clima sopportabile,
Lucrezio invitava ad osservare
Le serpi nei deserti
E le distese dei ghiacci
Per concludere che no, il mondo
Non era stato pensato per noi.
Ed io - ora che il vento, smessa
La sua aria da alto dei cieli,
Precipitatosi giù mi sospinge
E irridendo alle mie gambe lente
Sbeffeggia malamente la trachea
Poco protetta dal bavero rialzato,
Ruvidamente sparandomi all’orecchio
Destro il suo “Su, su avanti
Nell’alto dei cieli, marsch” -
Si parva licet do loro ragione.
Oggi che il Foro italico dissimula
Come in quell’isola a Nord diOrtigia
Chiamata Siria per il sole al tramonto,
Terra beata dove in tarda età soltanto
Si muore
Per la freccia gentile di Apollo in un istante
E senza provare dolore.
(da Odissea XV, 403)
Oggi che il Foro italico dissimula
Tra le pieghe del traffico lontano
Delle statue il battito cardiaco, il loro
Respiro sano, io che scalavo le montagne
Salgo in vetta al Gianicolo
E da lì guardo Roma, la mia casa
Disabitata
E me
Che non so farmi compagnia.
Un piccolo Arpagone
Geloso ormai da vecchio mi muovo con le unghie
Come un piccolo Arpagone tra i miei versi.
Upupa voltura. Esperto
Come quel dannato capovolto
Che scivola abilmente tra le spade
Di fuoco ed i tizzoni ardenti,
Un tempo ero solerte
Quando ci si scambiava la fotina. Ora
L’eco prostatica ti mando
L’ematocrito, la crea?
O una riuscita tac torace con contrasto?
Il rapporto che si intesse con le nuove
Entità sconosciute: città straniere
Luoghi di vacanza
Ormai ho instaurato col mio corpo.
Incidente sul lavoro
Un urlo come un tonfo ero al computer
Mi affacciai, tacque di colpo lo stridere di fresa,
Trambusto e poi frastuono d’ambulanza.
La vita non ha prezzo ma un esperto
Sa comunque valutarne le parti,
Di solito al primo accertamento
Quantificando le capacità lavorative,
Poi grazie ad apposite tabelle
Calcolando persino il danno morale
La pecunia doloris, per l’appunto, Vito
Il tuo braccio amputato.
( Testi Inediti)
Franco Buffoni
Esordisce come poeta nel 1978 su Paragone presentato da Giovanni Raboni. Ha pubblicato le raccolte di poesia Nell'acqua degli occhi (Guanda 1979), I tre desideri (San Marco dei Giustiniani 1984, Premio Biella), Quaranta a quindici (Crocetti 1987), Scuola di Atene (Arzanà 1991, Premio Sandro Penna), Adidas. Poesie scelte 1975-1990 (Pieraldo editore 1993), Suora carmelitana e altri racconti in versi (Guanda 1997, Premio Montale), Songs of Spring. Quaderno di traduzioni (Marcos y Marcos 1999, Premio Mondello), Il profilo del Rosa (Mondadori 2000, Premio Betocchi), Theios (Interlinea 2001), Del Maestro in bottega (Empiria 2002, Premio Pascoli e Premio Pavese), Guerra (Mondadori 2005, Premio Dedalus della critica e Premio Pasolini), Croci rosse e mezze lune (Quaderni di Orfeo, Como 2007), Noi e loro (Donzelli 2008, Premio Maria Marino, Premio Anna Osti, Premio Suio Terme), Roma (Guanda 2009, Premio Alpi Apuane, Premio Città di Penne-Fondazione Piazzola, Premio Giuseppe Giusti), Jucci (Mondadori 2014, Premio Viareggio, Premio Castello di Villalta, Premio Fiumicino, Premio Luciana Notari, Premio Ponte di Legno), Avrei fatto la fine di Turing (Donzelli 2015), O Germania (Interlinea 2015).
L’Oscar Poesie 1975-2012 (Mondadori 2012, Premio Alda Merini 2013) raccoglie la sua opera poetica. Dirige il semestrale Testo a fronte. Nel 1989 ha fondato e tuttora dirige il semestrale di teoria e pratica della traduzione letteraria "Testo a fronte". Per Marcos y Marcos ha curato i volumi Ritmologia (2002), Mario Praz vent’anni dopo (2003) e La traduzione del testo poetico (2004). Per Mondadori ha tradotto Poeti romantici inglesi (2005) e curato opere di Byron, Coleridge, Wilde, Kipling. Per Marcos y Marcos ha tradotto Una piccola tabaccheria. Quaderno di traduzioni (2012, Premio Torre dell'orologio). È autore dei romanzi Reperto 74 (Zona 2008), Zamel (Marcos y Marcos 2009), Il servo di Byron (Fazi 2012), La casa di via Palestro (Marcos y Marcos 2014), Il racconto dello sguardo acceso (Marcos y Marcos 2016), dei pamphlet Più luce, padre (Sossella, 2006) e Laico alfabeto (Transeuropa 2010) e dei saggi Con il testo a fronte. Indagine sul tradurre e l’essere tradotti (Interlinea 2007), L’ipotesi di Malin. Studio su Auden critico-poeta (Marcos y Marcos 2007) e Mid Atlantic. Teatro e poesia nel Novecento angloamericano (Effigie 2007). È giornalista pubblicista, redattore del blog Le parole e le cose, collaboratore di Radio3 Wikiradio e professore ordinario di Critica Letteraria e Letterature Comparate. [www.francobuffoni.it]
La pagina viene presentata per gentile concessione dell'autore a Pioggia Obliqua