S H A N D O N G l u
Alcune cronache dalle settimane trascorse a Shanghai. Ogni giorno passavo per Shandong lu, strada di un antico quartiere popolare ora smantellato per far posto a nuove costruzioni. Partiva sempre da lì il mio percorso lungo la sottile linea fra due mondi, il mio di origine e quello che mi ospitava.
testi e fotografie di Elisabetta Beneforti
arrivederci giugno,
bianco sarà il colore
a risistemare le fattezze
quante note a margine
per le vetrine decorate
bellissime che siete
a sguardi e ossimori
una sposa dorata
incroci stradali con manifesto
chitarre e biciclette in Fujian
a lezione di musica bambina
signora piantine sax con gatto
manichino porno sulla Changle
panoramica dietro la tenda
sfuocato non voluto e bianco nero
una babele irrisolta
diresti
visiva e veloce
una messa a fuoco di punti luce
pubblicità progresso in metro
propaganda facile per l’anniversario
dopo che le luci impazziscono
un romantico benvenuto
c’era un piccolo sole
danza e danza e danza
i treni romantici miglia su miglia
poi le radio altrettanto
incomprensibili ma sentite
orari di vita, questo sono
sentimentali ad un punto
scorrono stanza per stanza
come nella casa di famiglia
decenni su decenni
sottofondo utile che sia
non deludano mai
le attese
i riporti
i distici
vite letterarie a perdersi
quindi gli schemi notturni
roba dei matti
a tutto campo cartoni animati
azioni di polizia, saghe in costume
ecco i potenti e i servi
scrivani e principesse
immaginate immaginiamo insieme
quanto male con quanto bene
specchi maestri a mano
pennelli a traccia nera
campanelle molte tende
cangiante vicenda
in sottofondi ipnotici
in blu e arpa
i cori sono rimasti fuori
nella foto di gruppo
era della lega dei giovani comunisti
loro gli occhiali loro gli appunti
loro i cappotti in valigia
loro le sedie e i pennini
come documentare dottrine
cantano tutti storie su storie
quello che vale
ecco arrivano i titoli di coda
un grande campo di spighe
un grande nero fino a mattina
pioggia scostante e sporca
da queste parti
nebbia inesistente
inquinato triste sopra la media
sopra quei tetti
vedi laggiù
frenetiche mosse
a passettini cadenzati
ho alzato lo sguardo
fino al lampione e cavi elettrici
il fumo disturba una messa a fuoco
Shanghai in gotico
al prossimo incrocio
in gruppo danziamo per strada
offriamo spirito e corpo
tutto quanto amabile
ci fermiamo solo a chiusura
della metro dei negozietti
è tanto respiro
presente
imperfetto
hai visto bene
nella città beata
quelli che dormono
nell’angolo di un’inquadratura
appoggiati all’edicola casuale
seduti sul marciapiede
su poltroncine alla mostra
ogni posto che vale
fanno solo un riposo
dai lavori a perdifiato
un soldo una parcella
quanti limiti quanti sfoghi
nei plastici in vetrina
nel modello in ferro battuto
tutti anni in successione
nei modelli abitativi
nelle bamboline con sotto ragazze
foglia fiore libellula
motivo classico per musei
meridionale canzone
e medioevo loro
nei bocci rossi del susino
molte didascalie come ricordo
vendendo gardenie
e orchidea bianca
come un banchetto stanno
molti templi molte preghiere
il grande buddha
quello sorridente dall'alto
l'incenso nel camino e semplici mele
doni e compassioni
monaci apprendisti cercano un taxi
per un maestro in visita
notti in azzurro
cambiando idea e sestante
mentre le ceramiche mischiano i bambù
i fiori abbracciano gli uccelli
come un banchetto sorridono
cittadini come monadi
ed io con loro
Shanghai tale a New York
agli scenari alle varianti
devi guardarla avidamente
intorno tutto
ci sono confini e confini
e poi altre, buone intenzioni
furiosamente estinte
e piccoli giardini composti
affacciati in sagge file
per una pace per una preghiera
hanno molto da fare
con talento con avventura
e gli anziani a prima mattina
seduti nel vicolo
fra condomini e fili elettrici
anziani dal fondo in francese
ti salutano così occidentale
non nascondono una storia fatta
e i venditori ovunque
non hanno trasandato il pigiama
quanti spettacoli
quante tracce
bambino fra pacchetti di sigarette
confezioni in offerta
giardinetti a bivacco
saloncini per unghie
poltroncine bianche in stile
tutti così prossimi
tutti così sospesi
in modo di arte
fra linee del progetto
magari una cerimonia sola
in strada,
sotto il sole,
il mio cuore
era calmo
abito in un altrove
un pianeta composto di leggende
di tenere peonie a cascata
di stridori nel vecchio e nuovo
guarda che balzi all’ultimo respiro
e ritorna spesso tutto
tanto docile tanto variato
come nel cambio della luce
il cibo sul fuoco vicino al tavolo delle carte
si gioca o si segue alle spalle
ci sono sempre tramonti e aperture
sul lungofiume pacioso mai distratto
l’occhio è affamato non si arrende
pronti siete tutti per le nuvole
eccole
solo uno stato d’animo
la costante pienezza della polvere
la nebbia alta sui grattacieli
il cicaleccio della linea 10 per People Square
la morte iconica delle cicale
o i grilli, indistinto fruscìo
compagnia eccellente per passanti
in ciabatte e camicette a fiocchi
solo uno stato d’animo
la linea del cielo ma non scorci all’europea
irrisolto lo sguardo
perché il cielo a Shanghai
è storia a sé
contempla i venditori di ciliegie
dalla campagna con le ceste
o chi tenta la fortuna al banco governativo
oppure me medesima
con l’idea del giorno presente
di entrare e uscire dalle vite altrui
quelle che contemplo
ricevendo leggeri pensieri
scanzonati propositi
è come attraversare il ponte
magnifico sullo sfondo
con le sue ordinate sfere
precisamente a fiori
buongiorno sabato
oggi non sei con la signora
quella delle piccole camelie intrecciate
che si fanno teneri bracciali
che si fanno coroncine
non oggi all’angolo con la pasticceria
più avanti sulla Ninjang
la signora sta lontana per
Litchma il tifone
e si vede autunno per tutto il viale
mille foglie da marciapiede
un dolce imperiale
o tenero latte alla portoghese
a portar via
con l’estate dentro
dove è l’equatore
lungo stretto ombelico
non è stralunato non è strafatto
il parlottìo intatto della strada
le gocce dentro il fiume
creature semplici creature
quando appaiono
piedi veloci in scontrosi abiti
appare ogni festa
quel parco quella notte
dalle parti di Xitiandi
uomini e donne che ballano
musiche e birre che contornano
prove di santità
di bene stare
dicono molto gli accessori
sole debole su azzurro sfuocato
non mancano ombrelli
sono parasole e parapioggia
come rosso in festa
ombrelli a nudo nella piazza alberata
sono torte nuziali
la progenie da accasare
buoni auguri in arrivo
cuccioli sornioni abitano i negozi
e semafori slittano i secondi
esistenti resistenti
gli ombrelli a Hong Kong
sono fortemente aperti
loro decisi a parlare
venite venite belle giornate
le maschere stanno a teatro
i dolci a vendere
pennelli poetici in fila sul banco
un sogno nel sogno
mettiamo tutto in agenda
con i punti e le virgole
accompagnamo fedeli ogni ritardo
è facile davvero
avviare direzioni e viatici
differenti che siano
una promessa giuramento
non è trucco pesante sopra le occhiaie
delle signorine di città
ma musiche vecchie, canzoni soavi
cartolerie cinesi
lungo il passeggio
Sono seduta allo Zoo Coffee
un posto comodo
dove passano fuori
e non si lasciano
le fasi lunari di Shanghai
uno scoppio e via
frenetici anticaglie
muri cancelli cortili
via via immagini sovrapposte
sfumato andante
qui dentro a bere alcol diluito con menta
basta breve respirare
tutto un legato
esposizioni e liquido
la storia nostra
è molto di più
per sfondi immacolati
per luttuosi strappi
comincia comincia pure
si sta a vedere a rammentare
scivolosamente abbracci
busti lunghi su piedini stretti stretti
terra piatta come sogno
in un morso di tenere pesche bianche
e fiorellini intrecciati come monili
o la musica del parlato
una cantilena di vocali in altalena
onde familiari quanto fili
cantilena senza chiasso
poi passano gatti con carattere
bambini radicali e paffuti
luci luci ovunque
paga un soldo o due il vecchio regime
a me torna l’identità
a Shanghai dal sole malato
scoppi e risate
sotto sguardi mobili o fermissimi
i paesaggi erano felici
un giorno due notti
l’anniversario dell’uomo sulla luna
ero sul treno per Hangzhou
la realtà è pronta
quale realtà è questa
aliena e compatta
una traduzione che viene o lascia
a volano nel parco
o scivola o piove
sono lontana da casa
sono a due passi da un’altra casa
passa la pioggia che non tiene
disfa la luce molto umida
le maglie da rifare
riavviano le inquadrature
quanto mi è creato
un punto e finito
anche questo mappamondo
sono sollevata a un punto certo
comode sedie al tempio dorato
per viandanti stanchi
abito a metà dell’Avenue Joffré
prendo la metro tutti i giorni
ogni distanza è un viaggio
veri sonni immacolati
ma la nostalgia abita
dentro pulviscoli di smog
nelle caffetterie disperse
nelle folle brulicanti nascoste
codine nei capelli come divisa
la nostalgia anche qui intorno
è un cardine
cresce nel collo delle magnolie
ho felicità si capisce
in molte andata e ritorno
così folleggianti così svagate
i colori in origine sono pigmenti
il monotono silenzio
come una sinfonia d’arte
o come l’infinito autunno in luglio
al piano 15A del Wang Jiao Plaza
sono gaie risate di acqua all’improvviso
un verde miracolato
di un disegno a parole
la scrittura a mano vive
in autentica disubbidienza
oggi i veri dissidenti
fanno rivoluzioni nei viaggi di ritorno
di ritorno dagli schermi
di ritorno dalle alte bugie
passate le tristi invernate
nei bacetti sulle gote
al momento il vento forte
sta muovendo odori di strada
forti che bisogna arrendersi
a tenere respiro e borsette
questi sono i posti che ho scoperto
nuovi posti nuove scene
di foglie di viste di ristampe
nuove stante
tempo piano e teso
storico tanto caro