MATTEO PELLITI
Da due a quattro ruote
Ode al cuscinetto a sfere
Che ne sarebbe stato
dell'affannosa lotta
tantalica e terrena
dell'uomo contro l'attrito
senza di te?
Da microriproduzioni parmenidee,
ben rotonde sfere dell'essere,
hai tratto la vittoria,
il glorioso finale d'astuzia
( mechané techné)
sul Male promesso nella Cacciata:
tu lavorerai con fatica.
La tua rivoluzione silenziosa
rotola lieve in ogni ciclo,
nascosto manifesto di libertà.
Vento
Non vidi più nelle tappe ventose
disporsi "a ventaglio"
il treno dei velocisti,
la diga ondeggiante opposta
al libecciare, il riparo
fattosi arco flettente.
Erano forme solidaristiche
di resistenza alla Natura.
Il corpo estraneo
(osservando una mia risonanza magnetica)
L' alieno anguillante e midolloso,
smidollato, mi assedia:
sono abitato, fiume carsico,
faglia, giara crepata, coda;
colonna-sonor-vertebrale-muta,
ospito una cordigliera
viva e ostile, che preme
e gode quando soffro.
Strega, incantata sul colpo,
corpo minato, minareto, fa proseliti
(il mio mal di schiena)
tra i dischi sformati, kamikaze
che premono sul sacco,
lanciano l'assalto allo sciatico
e levano alto l'urlo
di guerra, mio, notturno.
Mercalli/Richter
L' alta sismicità di questo paese fragile
ha fatto sì che sia conoscenza comune
la differenza tra l'umanesimo interno
alla Scala Mercalli - misura i danni
a quanto siamo più affezionati -
rispetto alla scientismo di quell'altro,
interessato alla magnitudo,
i gran rutti di Gea,
o l'artrosi articolare
della Vecchia Madre Terra.
Non so quale antropologo
proponesse analoghe scale
per misurare gli amori che finiscono
allora io avrei suggerito, da terremotato,
il costo orario della psicoterapia,
o meglio il tempo speso
nella ricostruzione post-sisma.
Boicottando mongolfiere e ghigliottine
Ho imparato sbagliando,
come dice la formula proverbiale,
ho imparato boicottando
mongolfiere,
i pensieri aerei e la testa piena di vento caldo,
e ghigliottine,
i pensieri giudicanti, quindi taglienti.
Ho imparato a cercare gli etimi incerti
e a salutare gli uomini nascosti dietro le parole,
a riconoscere gli stati d'animo negativi
così come si fissano i sapori
nella memoria sensoriale e corporea.
Ho imparato che scrivere e lanciare
lettere da una mongolfiera
non serve a nulla se non a disseminarsi
nel gesto stesso,
ma non produce mai nuovi stati di cose,
e che una ghigliottina, a volte,
sarebbe stato l'unico modo
di alleggerirmi realmente la testa dai pensieri:
"Pensa di meno! "
mi diceva la pure brava terapeuta che mi seguiva.
E io la vedo ancora là, al margine della seduta,
trattenermi dalla mia personale ghigliottina
fatta di parole.
Algoritmo
C' è un modo di portare acqua
al mulino del multiculturalismo,
troppo spesso a secco,
un poco ingenuo e in quello
a volte trovo citato quel persiano
che vessò per sempre
molti interrogandi
dell'ora di matematica.
Poiché anche algebra
si deve alla stessa mano,
sospetto nel campo avverso,
negli antislamici di professione,
antichi rancori non superati
verso le equazioni alla lavagna.
Piedi
Là dove stanno i piedi delle case
si scivola, sotto il portico
che più di un livido ha procurato
e calzoni infangati, rotule a rischio
e due bici rubate
nella terra di nessuno dei rifiuti sparsi.
Il portico ha regole proprie,
le leggi dei bambini che giocano,
i piedi di casa sono il perimetro
di un teatro naturale: il gesso che traccia
lo schema di campana, la distanza
regolamentare delle porte, i sottoscala
per il nascondino, portico e cortile
sono i fondamentali, oltre che fondamenta,
dell'addestramento sociale dell'infanzia.
In auto
Quando torniamo a casa,
di notte, mentre dormi
nell'auto che diventa casa
del tuo sonno itinerante
tra case, so che il tuo sonno
sarebbe un carburante
sufficiente per continuare
la strada oltre ogni destinazione.
Quel sonno mi veglia,
mi rende attento alla strada
più d'ogni caffè imbarcato
prima del casello d'avvio
e fa dell'abitacolo,
per il tempo breve del viaggio,
l'unica casa davvero abitabile
per il tuo come per il mio sonno.
La cantina
L' inconscio come cantina
ha lasciato spazio
alla cantina come inconscio,
ancora prima che le disposofobie
trovassero in tivvù
l'apposito contenitore,
il docureality dedicato in cui fanno spettacolo,
col dramma degli oggetti, le case
invase nelle superfici non più calpestabili.
Abbiamo sostituito
la psicoanalisi
con l'interior design.
Vetrofanie
Graziose calamite apotropaiche
o votive, agivano sul pedale
dell'acceleratore: Non correre! Pensa a noi!
Ti aspettiamo! E giù le foto della prole,
cornici da cruscotti anni Settanta, mi direte
se ve li ricordate.
Altri, invece si votavano già ai santi, a madonnine
del pilota domenicale per veicoli, sprovvisti
delle tecnologie di sicurezza oggi consuete,
in cui Santa Rita sopperiva all'obbligo
dell'uso di cinture e San Michele
all'antislittamento delle ruote.
Da tempo colleziono prove
della nuova devozione autostradale
per la quale l'epifania del santo
si manifesta per via
di vetrofania:
accanto al tagliando dell'assicurazione
spiccano Padre Pio, Sant'Anna o San Giuseppe
senza che questo, inspiegabilmente,
generi forti sconti poi sul premio annuale.
Per parenti sconosciuti
Stringo la mano al poeta,
letto, riletto, masticato, inseguito
sulle comune piste etimologiche,
sui trucchi, gli anagrammi, i fatti,
grafemi-fonemi
con la sinistra regge una borsa nera,
in tela, gonfia di letture, al polso,
è qui che il poeta mostra i muscoli
( non "in mancanza di muscoli mostrare al mondo
poesiole da leggersi a scuola")
autografandosi il passato:
il non denunciare alcuno sforzo
nella scomodità della firma aerea,
del sorriso, della risposta, del lascito
post-lettura, saluti di rito, inchini,
infinite dediche
per parenti sconosciuti.
Accadde a Natale
Il meteorite de "La Nona Ora"
prese la forma di una povera crista
in felpa rossa, ne ho una uguale,
lanciata a capofitto sul più alto in grado,
placcata dal gendarme ma tenacemente
fedele al suo intento, riuscito,
birillo tra birilli, stunt-woman,
tramite uno slancio ipertèlico
altrimenti indistinguibile
dal comune fervore devozionale.
Lui cade a velocità doppia,
come trascinato da ingranaggio e inciampo,
e le mie orecchie drogate
da decenni di veleni sottocutanei,
ultra-liminali, quotidiane e settimanali
paperissime preserali e serali,
sentono ormai risate precotte
come mancanti pure
sul Presule abbattuto.
Poco dopo un automa perfettissimo,
estraneo il volto a qualsiasi forma
di emozione, rossore, patimento umani,
celebra, concelebra, benedice.
Nota ai testi
“Ode al cuscinetto a sfere”, “Vento” e “Il corpo estraneo” sono tratti dalla raccolta Versi ciclabili (Orientexpress, Napoli, 2007; “Mercalli/Richter”, “Boicottando mongolfiere e ghigliottine” e “Algoritmo” provengono da Boicottando mongolfiere e ghigliottine (Tapirulan, Cremona, 2013); “Piedi”, “In auto” e “La Cantina” fanno parte dell’audiolibro Dal corpo abitato (Luca Sossella editore, Roma, 2015); “Vetrofanie”, “Per parenti sconosciuti” e “Accadde a Natale” sono parte di un’autoantontologia inedita (provvisoriamente titolata “Il colore esatto”)
Matteo Pelliti
Ha pubblicato le raccolte di poesie Versi ciclabili (Orientexpress, Napoli 2007) e Boicottando mongolfiere e ghigliottine (Tapirulan Edizioni, 2013); i racconti Giocattoli (Felici Editore, 2010); è presente nel Registro di poesia #2 curato da Gabriele Frasca (Edizioni d’If, 2009). Del 2015 la raccolta di poesie Dal corpo abitato (Luca Sossella editore) con le illustrazioni di Guido Scarabottolo e un cd audio con la voce di Simone Cristicchi, cantautore col quale collabora stabilmente dal 2005 (per lui ha scritto il racconto “Accadde una volta” e le postfazioni ai volumi Centro di igiene mentale - insieme a Massimo Bocchia, Mondadori, 2007 - e Dialoghi incivili, di Massimo Bocchia e Simone Cristicchi, Eléuthera, 2010).
Nel 2013 ha collaborato alla scrittura del testo teatrale “Magazzino 18″, musical-civile dedicato da Cristicchi alla storia dell’esodo giuliano-dalmata, che ha debuttato a Trieste nell’ottobre del 2013. Nel 2014 ha partecipato come autore allo spettacolo “Marx Reloaded” per “Internet Festival” a Pisa, con I Sacchi di Sabbia, il collettivo Diecimila.me e Moni Ovadia. Nel 2015 ha scritto con Simone Cristicchi il monologo “A volte ritorno” (un Gesù sperso nel presente) e, con Manfredi Rutelli, per Montalcino FermentiInscena, lo spettacolo teatrale “Tacabanda” (racconto musicale per voce recitante e banda di paese). Il suo diario in rete è www.coltisbagli.it
(...) Pioggia Obliqua. Mi permette di tracciare un breve arco - o un carotaggio - dalle due ruote (il mio primo libro dedicato alla bicicletta) alle quattro (alcuni testi dedicati all'automobile su cui sto lavorando) esemplificativo, forse, dei miei tentativi in poesia.
Matteo Pelliti
24 Gennaio 2016
La pagina viene pubblicata per gentile concessione dell'autore a Pioggia Obliqua.