Il pianoforte di Eistein
Marco Ciardi, Antonella Gasperini, Il pianoforte di Einstein. Vite e storie in bilico tra Firenze, Europa e America, Hoepli 2021
In occasione dell'uscita di questo saggio, quasi romanzo, racconto dall'intreccio di più linguaggi ed esperienze culturali:
scienza, musica , storia e che si presenta come affresco di un'epoca nonché come ritratto del genio, ne parliamo con l'autore Marco Ciardi e l'autrice Antonella Gasperini.
Pioggia Obliqua : Come è nato questo libro?
Risposta: Grazie alla generosità di Angela e Jacopo Staude, dalla primavera del 2016 l’Osservatorio Astrofisico di Arcetri, struttura di ricerca dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, custodisce un pianoforte Blüthner, numero di matricola 51833, costruito a Lipsia nel 1899 e appartenuto a loro padre Hans Joachim. Uno strumento «particolare», con una storia e un passato unici. Lo strumento si trova ad Arcetri grazie all’interessamento di Francesco Palla, direttore dell’Osservatorio dal 2005 al 2011. Venuto casualmente a conoscenza dell’esistenza del Blüthner, Francesco Palla si appassionò alle sue vicende e a quelle dei personaggi che vi si riunivano intorno, favorendone l’arrivo all’Osservatorio ed i primi studi furono fatti appunti da lui. La sua prematura scomparsa all’inizio del 2016 non gli ha consentito di poter approfondire le storie legate allo strumento. Il Bluthner era stato donato nel 1931 da Albert Einstein alla sorella Maja che viveva nella campagna tra Firenze e Sesto Fiorentino ed era rimasto presso di lei fino al 1939 anno in cui dovette emigrare negli Stati Uniti a causa delle leggi razziali. In quell’occasione era stato affidato ad Hans Joachim Staude e presso di lui rimarrà fino alla morte per poi passare ai figli e dal 2016 all’Osservatorio di Arcetri. Negli ultimi anni sono stati organizzati concerti/eventi che coniugassero la scienza alla musica e che facessero conoscere la particolare storia del pianoforte. Spinti da un comune interesse ed entusiasmo, nel corso del 2018 abbiamo cominciato a pensare alla possibilità di dare una forma più strutturata alle informazioni che avevamo fino a quel momento ed abbiamo deciso di provare a sviluppare la rete di storie che si muovevano intorno al Bluthner.
Abbiamo cominciato a lavorare al libro nel 2019 e fondamentali sono state le lunghe conversazioni con Jacopo e Angela Staude che hanno condiviso in più momenti i loro ricordi ed aperto i loro archivi. In particolar modo, siamo riconoscenti a Jacopo per la pazienza avuta nei nostri confronti, per le lunghe chiacchierate, e per averci aiutato a leggere e tradurre dal tedesco lettere spesso poco significative. In particolar modo, siamo riconoscenti a Jacopo per la pazienza avuta nei nostri confronti, per le lunghe chiacchierate, e per averci aiutato a leggere e tradurre dal tedesco lettere spesso poco significative. La pandemia non ci ha certo facilitato il compito. Ma bisogna dire che ormai le risorse in rete sono straordinarie e tutte le istituzioni italiane e straniere alle quali abbiamo richiesto materiale hanno risposte prontamente e sempre con la massima disponibilità. In particolare modo ci preme ricordare il personale della Biblioteca provinciale dei frati minori e del Convento di San Francesco di Fiesole che ci hanno consentito di accedere non soltanto ai documenti conservati ma anche di sedere sul “sasso di Einstein”.
P.O. : È una straordinaria storia corale......
R. : Il nostro lavoro non intende essere, naturalmente, una biografia di Albert Einstein, sulla cui vita esistono tantissimi lavori (molti dei quali pubblicati già quando lo scienziato era in vita), che ci sono stati di prezioso aiuto nella ricostruzione della storia raccontata da questo libro. Né abbiamo inteso scrivere una biografia della sorella Maja, sulla quale una quindicina di anni fa è stato finalmente pubblicato un testo a lei interamente dedicato. Tuttavia, seguendo il filo rosso della passione per la musica che ha sempre legato Albert e Maja e l’intreccio delle loro vicende personali, pensiamo di aver messo in luce alcuni aspetti inediti o poco noti sia dei loro percorsi biografici, sia di quelli relativi alle numerose persone con le quali entrarono in contatto nel corso della loro vita, dai rapporti degli Einstein con l’Italia, con Firenze e, in particolare, con il Convento di San Francesco a Fiesole, alla complessità del contesto culturale che animò il capoluogo toscano tra gli anni venti e gli anni cinquanta del Novecento. Senza dimenticare che, oltre alla musica, c’è anche la pittura che fa da sfondo alla narrazione, se non altro perché uno dei protagonisti principali della nostra storia, Hans Joachim Staude, oltre che musicista è stato soprattutto un pittore. Un artista tedesco che trovò la sua dimora ideale nel capoluogo toscano. Man mano che la ricerca progrediva, tutto ciò è andato sempre più inserendosi in una cornice drammatica: il fascismo e il nazismo, la persecuzione degli ebrei, le leggi razziali, la Seconda guerra mondiale. Per poi giungere fino ai nostri giorni. Un’infinità di vite e di storie in bilico tra Firenze, Europa e America.
P.O. : Il pianoforte di Einstein non è solo un oggetto prezioso.....
R. : Possiamo quasi affermare che sia simbolo di un connubio fra musica, scienza e storia…un oggetto parlante di cui conosciamo la nascita a Lipsia nel 1899, di cui niente sappiamo fino al 1931, quando comprato da Albert Einstein è stato fatto spedire in Italia per far risuonare le sue note all’ombra di ulivi e cipressi. Sappiamo che poi ha incontrato persone, che ha condiviso emozioni e sentimenti, che ha vissuto nelle case come un oggetto di famiglia…ci piace immaginare che la sua storia comunichi il messaggio universale che il potere della musica è talmente forte che è in grado di sopravvivere ad ogni male.
Marco Ciardi è professore ordinario di Storia della scienza e delle tecniche all'Università di Firenze. E' autore di oltre 200 pubblicazioni, in Italia e all'estero e, per Hoepli, di Marie Curie (2017), Il segreto degli elementi (2019) e Breve storia delle pseudoscienze (2021).
Antonella Gasperini è responsabile del Servizio Biblioteche, Musei e Terza Missione dell'Istituto Nazionale di Astrofisica di Firenze ed è autrice di pubblicazioni sulla storia dell'astronomia. Collabora attivamente alle attività di disseminazione della cultura scientifica dell'Osservatorio Astrofisico di Arcetri.