Alessandro Monticelli
Poesie inedite
1/1/08
Una raffica di vento si incanala tra lacrime nere
Che macchiano la camicia bianca
Che mio padre non indossa più.
Tento un’evasione possibile tirando con le mani
Le code degli occhi del corteo che segue
L’entrata di Cristo a Bruxelles, ma chi dispensa
Il tempo e il cielo dubita ogni tanto sulle quantità
Così per strada anche un solo fiore o un nome di donna
Può impedirti di andare avanti.
Sul cuscino dove non poggi la testa trovi un lungo capello
E dal loggione della tua camera da letto
Si alza un commosso mormorio in prossimità dell’abisso.
Allora a denti stretti ti inchini al pubblico pagante
E a quei capelli d’oro che troppe volte ti hanno
Rubato l’ultimo sorso di caffè.
Quel bambino di nome Mattia non verrà neanche oggi
Non rimane altro che vestirsi di tutto punto
E sedersi come un salmone vigliacco
Che ha molto viaggiato ma poco controcorrente.
Vivo, si
Ma con lo sguardo di chi non è ancora
Risalito a niente.
All’alba d’inverno
la terra si spezza passo dopo passo.
I primi fiocchi di neve si consumano a terra
Sopra un istante più chiaro.
Profumo di movimenti posseduti ma non restati.
Chiusi in un soffuso solfeggio silenzioso.
Io con il viso esposto al nord che bruma
Tu nel sud dei tuoi sogni di troppa luce.
Anonimo Veneziano
Avrei dovuto fare di più
Come incidere le nostre iniziali
Su di una stella.
Ora che tra le pieghe equivoche
Del più celato e carnale privato
Io muoio
E tu indossi un abito appena comprato.
ATTO UNICO
E Il suono prende corpo da un disastro sottointeso
dai riverberi di Babilonia
da geometrie di sguardi scostanti.
Nel frattempo risa sommesse permeano la stanza vicina
ma è solo un pretesto per non morire
mentre mani di unguento chiudono l'accesso a desideri sconfessati.
Così tu ed io accecati dalla luce di una candela
cerchiamo di tenere serrati 20 anni di vita con uno spillo da balia.
Il giorno dopo giro da solo per le anguste strade della città
negozi di antiquari e di vestiti usati.
Se mi cercate potete trovare me ed il mio cuore lì dentro.
Sipario.
Ballata dell’annegato
Ricordo un tempo quando mio padre si lavava le mani
Ed il sapone diventava nero.
Ricordo un tempo quando gli occhi si bagnavano
Alle bestemmie di un figlio matricida.
Ricordo una terra dove il cielo si riposava poggiandosi
Sulle cime di montagne possenti.
Ricordo un tempo quando le parole
Erano come fiamme ossidriche.
Ricordo un tempo quando rannicchiati l’uno
Accanto l’altra confluivano i nostri fiati.
Respiravamo all’unisono.
Ora ricordo quei tempi ed altri ancora
Solo ora che vivo sul fiume dormo nel suo letto
E bevo dal mio viso.
E che senza più dubitare esisto.
Di sera le luci illuminano ulivi sghembi con radici centenarie.
In milioni di baracche nel mondo
piove sui tetti di lamiera
ma solo pochi dentro ascoltano il rumore come fossero applausi.
Per gli altri solo preghiere confuse
voci inascoltate in cielo
perché l'onnipotente ama i solisti.
Per salvare questa umanità
Bisognerebbe amare i giovani saggi
e i vecchi folli
e cercare compromessi
senza compromettersi mai.
Poiché noi siamo soprattutto
i nostri no mai i nostri sì.
Alessandro Monticelli ha pubblicato le raccolte poetiche:
"Medicine Scadute" - Mauro Baroni Editore (Viareggio) - 2004
"Made in Italy" - Edizioni Progetto Cultura (Roma) - 2004
"Favole da un Manicomio" - Il Foglio Editore (Piombino) - 2006 , 2° edizione 2007
"Concerto di un re minore"e-book - La scuola di Pitagora editrice 2011
"La pelle fragile"e-book -Fontana editore 2014
" Radici in aria"- Lupi editore 2015
Suoi testi sono pubblicati su diverse antologie e riviste letterarie nazionali e internazionali
<Ellin Selae> <Prospektiva> <Il Segnale><Tratti><Il Monte Analogo> <Inverso> <Gradiva>ecc.
ha partecipato a numerosi reading e festival di poesia.Dal 1999 inizia la sua attività artistica, esponendo nel duo Monticelli&Pagone
in Italia e all'estero in gallerie e musei.