POESIA
Tra la terra di Ulisse e l'Italia
Traduzioni a cura di Giorgia Karvunaki
In Grecia le preoccupanti notizie che riguardavano l’andamento dell’epidemia del coronavirus in Italia arrivavano in tempo reale. Sapevamo che anche noi avremmo dovuto adottare le stesse misure. Infatti il 10 marzo il governo greco ha imposto la misura del distanziamento sociale. Il giorno successivo ho dovuto rinunciare agli impegni sociali, con un grande sollievo debbo ammettere. Avendo più tempo a disposizione ho potuto leggere molte cose, che sicuramente avrei letto molti giorni dopo se non ci fosse la situazione di emergenza, tra cui anche la rivista DoppioZero.
Cosi sono arrivata alla poesia di Mariangela Gualtieri. L’ho letta e riletta più volte, colpita dal fatto che nei suoi versi ritrovavo quello che da tempo sentivo. Ho chiamato le persone più vicine a me e gli ho recitato la traduzione a braccio. Metterla per iscritto è stata una necessità per non recitarla solo, ma dare la possibilità agli altri di leggerla. E sono stati loro, gli amici e i collaboratori, a suggerire la pubblicazione immediata. Non ho voluto limitarmi alla pubblicazione della traduzione sul mio profilo FB. Mi sono rivolta a Lifo.gr, il periodico con la maggior diffusione nella lingua greca. Il giornalista Christos Paridis e la redazione della rivista hanno subito accolto la mia proposta. Cosi pochi giorni dopo è iniziato il viaggio della poesia Nove marzo duemilaventi nella lingua greca.
La stessa necessità di tradurla e farla leggere agli amici ad ai collaboratori italiani mi ha creato la poesia del poeta e drammaturgo greco Tsimaras Tzanatos che propongo ai lettori della rivista Pioggia Obliqua. Nella lingua greca è stata pubblicata all’interno dell’ iniziativa Il giorno dopo del The Greek Play Project. Grazia alla rivista Pioggia Obliqua che ospita la traduzione in italiano, si amplierà il numero dei lettori nella lingua italiana.
MARIANGELA GUALTIERI
Εννέα Μαρτίου Δύο Χιλιάδες Είκοσι
Αυτό θέλω να σου πω,
έπρεπε να είχαμε σταματήσει.
Το γνωρίζαμε. Όλοι νιώθαμε
πόσο ξέφρενο ήταν
ό,τι κι αν κάναμε. Παρόντες στα πράγματα.
Απόντες από τον εαυτό μας.
Ξεζουμίζαμε κάθε ώρα – για να αποφέρει καρπούς.
Έπρεπε να είχαμε σταματήσει,
αλλά δεν τα καταφέραμε.
Έπρεπε να το είχαμε κάνει όλοι μαζί.
Να επιβραδύνουμε το τρέξιμο.
Αλλά δεν τα καταφέραμε.
Δεν υπήρχε ανθρώπινη δύναμη
που να μπορούσε να το σταματήσει.
Μιας και αυτό ήταν
μια σιωπηρή κοινή επιθυμία,
σαν υποσυνείδητη βούληση -
ίσως γι αυτό το είδος μας να υπάκουσε,
να έσπασε τις αλυσίδες που κρατούσαν φυλακισμένο
τον σπόρο μας. Να άνοιξε
τις πιο μύχιες ρωγμές
και να επέτρεψε την είσοδο.
Ίσως γι 'αυτό έγινε ένα άλμα
μεταξύ των ειδών - από τη νυχτερίδα ως εμάς.
Κάτι μέσα μας θέλησε να ανοίξει διάπλατα.
Ίσως, δεν ξέρω.
Τώρα μένουμε σπίτι.
Είναι υπέροχο αυτό που συμβαίνει.
Και υπάρχουν θησαυροί, νομίζω, σ’ αυτούς τους παράξενους καιρούς.
Ίσως υπάρχουν δώρα.
Ψήγματα χρυσού για μας. Αν βοηθήσουμε ο ένας τον άλλον.
Υπάρχει ένα πανίσχυρο κάλεσμα
του είδους τώρα, και ως είδος τώρα ο καθένας μας ας σκεφτεί
τον εαυτό του. Μια κοινή μοίρα
μας κρατάει εδώ. Το γνωρίζαμε. Αλλά όχι πολύ καλά.
Ή όλοι μαζί, ή κανείς.
Είναι ισχυρή η Γη. Ζωντανή πραγματικά.
Εγώ την αισθάνομαι να σκέφτεται κάτι,
που εμείς δεν γνωρίζουμε.
Κι αυτό τελικά συμβαίνει; Ας θεωρήσουμε
πως δεν το προκαλεί εκείνη.
Αν ο Νόμος που κρατά σε ορθή πορεία
το σύμπαν ολόκληρο, κι αν αυτό που συμβαίνει, αναρωτιέμαι
δεν είναι παρά η απόλυτη έκφραση αυτού του Νόμου
που κυβερνά κι εμάς, ακριβώς όπως κάθε αστέρι –
κάθε σωματίδιο του κόσμου.
Αν η σκοτεινή ύλη είναι εκείνη
που κρατά ενωμένα τα πάντα,
με μια λαχτάρα για ζωή και η αποκομιδή του θανάτου καθώς έρχεται
για να εξισορροπήσει κάθε είδος.
Το κρατά μέσα στο καθορισμένο μέτρο,
στη θέση του, καθοδηγούμενο.
Δεν είμαστε εμείς που δημιουργήσαμε τον ουρανό.
Μια φωνή επιβλητική, άλαλη,
μας λέει τώρα να μείνουμε σπίτι, σαν τα παιδιά
που έκαναν μια μεγάλη αταξία, δίχως να ξέρουν ποια,
και δεν θα δεχθούν φιλιά, ούτε αγκαλιές.
Καθένας μέσα σε ένα φρενάρισμα,
που μας πάει προς τα πίσω, ίσως στον αργό ρυθμό
των αρχαίων προγόνων, των μητέρων.
Για να κοιτάξουμε περισσότερο τον ουρανό,
να βάψουμε με ώχρα έναν νεκρό. Να ζυμώσουμε
για πρώτη φορά ψωμί. Να κοιτάξουμε προσεκτικά ένα πρόσωπο.
Να τραγουδήσουμε σιγά σιγά για να κοιμηθεί ένα μωρό.
Για πρώτη φορά να σφίξουμε με το χέρι μας ένα άλλο χέρι,
και να αισθανθούμε έντονα την εναρμόνιση. Ότι είμαστε μαζί.
Ένας μόνον οργανισμός. Ολόκληρο το είδος μας.
το κουβαλάμε μέσα μας. Εντός μας το διασώζουμε.
Με αυτό το σφίξιμο
της μίας παλάμης με την παλάμη του άλλου,
με αυτή την απλή πράξη που μας είναι απαγορευμένη τώρα -
εμείς θα επανέλθουμε με αντίληψη διευρυμένη.
Θα είμαστε εδώ πιο συνειδητά.
Πιο ευαίσθητο το χέρι μας θα είναι μέσα στο γίγνεσθαι της ζωής
με περισσότερη ευαισθησία.
Τώρα γνωρίζουμε πόσο δυσάρεστο είναι
να βρισκόμαστε σε απόσταση ενός μέτρου.
Μετάφραση: Giorgia Karvunaki, (www.giorgiakarvunaki.com)
Nove marzo duemilaventi
Questo ti voglio dire
ci dovevamo fermare.
Lo sapevamo. Lo sentivamo tutti
ch’era troppo furioso
il nostro fare. Stare dentro le cose.
Tutti fuori di noi.
Agitare ogni ora – farla fruttare.
Ci dovevamo fermare
e non ci riuscivamo.
Andava fatto insieme.
Rallentare la corsa.
Ma non ci riuscivamo.
Non c’era sforzo umano
che ci potesse bloccare.
E poiché questo
era desiderio tacito comune
come un inconscio volere -
forse la specie nostra ha ubbidito
slacciato le catene che tengono blindato
il nostro seme. Aperto
le fessure più segrete
e fatto entrare.
Forse per questo dopo c’è stato un salto
di specie – dal pipistrello a noi.
Qualcosa in noi ha voluto spalancare.
Forse, non so.
Adesso siamo a casa.
È portentoso quello che succede.
E c’è dell’oro, credo, in questo tempo strano.
Forse ci sono doni.
Pepite d’oro per noi. Se ci aiutiamo.
C’è un molto forte richiamo
della specie ora e come specie adesso
deve pensarsi ognuno. Un comune destino
ci tiene qui. Lo sapevamo. Ma non troppo bene.
O tutti quanti o nessuno.
È potente la terra. Viva per davvero.
Io la sento pensante d’un pensiero
che noi non conosciamo.
E quello che succede? Consideriamo
se non sia lei che muove.
Se la legge che tiene ben guidato
l’universo intero, se quanto accade mi chiedo
non sia piena espressione di quella legge
che governa anche noi – proprio come
ogni stella – ogni particella di cosmo.
Se la materia oscura fosse questo
tenersi insieme di tutto in un ardore
di vita, con la spazzina morte che viene
a equilibrare ogni specie.
Tenerla dentro la misura sua, al posto suo,
guidata. Non siamo noi
che abbiamo fatto il cielo.
Una voce imponente, senza parola
ci dice ora di stare a casa, come bambini
che l’hanno fatta grossa, senza sapere cosa,
e non avranno baci, non saranno abbracciati.
Ognuno dentro una frenata
che ci riporta indietro, forse nelle lentezze
delle antiche antenate, delle madri.
Guardare di più il cielo,
tingere d’ocra un morto. Fare per la prima volta
il pane. Guardare bene una faccia. Cantare
piano piano perché un bambino dorma. Per la prima volta
stringere con la mano un’altra mano
sentire forte l’intesa. Che siamo insieme.
Un organismo solo. Tutta la specie
la portiamo in noi. Dentro noi la salviamo.
A quella stretta
di un palmo col palmo di qualcuno
a quel semplice atto che ci è interdetto ora -
noi torneremo con una comprensione dilatata.
Saremo qui, più attenti credo. Più delicata
la nostra mano starà dentro il fare della vita.
Adesso lo sappiamo quanto è triste
stare lontani un metro.
MARIANGELA GUALTIERI
Mariangela Gualtieri poeta e drammaturga, comincia a scrivere in seno al Teatro Valdoca da lei stessa fondato insieme al regista Cesare Ronconi. Ogni allestimento di Ronconi la vede presente e partecipe, pronta a captare il giro di forze della scena e a dare ad esso parola.
Fin dall’inizio cura la consegna orale della poesia - con letture di versi in Italia e in vari paesi del mondo - dedicando piena attenzione all’apparato di amplificazione della voce e al sodalizio fra verso poetico e musica dal vivo. La sua attività pedagogica è ininterrotta, con laboratori di scrittura e, attualmente, di lettura di versi al microfono.
Tra i testi pubblicati: Antenata (ed. Crocetti, Milano 1992), Fuoco Centrale (Giulio Einaudi ed. Torino 2003), Senza polvere senza peso (Giulio Einaudi ed., Torino 2006), Sermone ai cuccioli della mia specie (L’arboreto Editore, Mondaino 2006), Paesaggio con fratello rotto (libro e DVD, Luca Sossella Editore, Roma 2007), Bestia di gioia (Giulio Einaudi ed., Torino 2010), Caino (Giulio Einaudi ed., Torino 2011), Sermone ai cuccioli della mia specie con CD audio (Valdoca ed. Cesena 2012), A Seneghe. Mariangela Gualtieri/Guido Guidi (Perda Sonadora Imprentas, 2012), Le giovani parole (Einaudi, 2015), Voci di tenebra azzurra (Stampa 2009 ed., 2016), Beast of Joy, selected poems (Chelsea edition, New York, 2018), coautrice dell’Album dei Giuramenti/Tavole dei Giuramenti (Quodlibet, 2019) di Teatro Valdoca, Quando non morivo (Einaudi, 2019).
Tsimaras Tzanatos
TsimarasTzanatos vive ad Atene. È poeta, drammaturgo, sceneggiatore, nonché attore, produttore e presentatore radiofonico. Nel giugno del 2019ha partecipato al Festival Teatro Napoli con il progetto del Nuovo Teatro Sanità, 629 – Uomini in gabbia, con il monologo Riccio del mare.La sua opera La signorina infelicità è compresa nell’antologia Viaggio nel teatro greco contemporaneo, casa editrice ETPbooks.
Η ΚΑΘΗΜΕΡΙΝΟΤΗΤΑ
Με ενδιαφέρει η καθημερινότητα.
Με ενδιαφέρει η επανάληψη της ζωής.
Αν και ταυτολογία, αφού ό,τι ζει,
επειδή μπορεί και επαναλαμβάνεται, ζει.
Ζωή δεν είναι ό,τι δεν ήρθε.
Αλλά η ρουτίνα αυτού που έρχεται.
Που κάθε μέρα έρχεται, χωρίς τίποτα να αλλάζει.
Με ευλογημένη προβλεψιμότητα έρχεται.
Αν και με τρομακτικές αλλαγές απρόβλεπτες.
Που πολύ μετά, αντιλαμβάνεσαι πως συντελέστηκαν.
Δεν ξέρω τι είναι ευτυχία.
Ξέρω όμως, ότι δυστυχία είναι
να μην έχεις καθημερινότητα.
Καμιά.
"Αυτο το ζ στη ζωή, όλο βουίζει".
LA QUOTIDIANITA'
Mi interessa la quotidianità
Mi interessa la ripetizione della vita.
Sebbene una tautologia, poiché qualsiasi cosa viva,
vive, perché può ripetersi.
La vita non è ciò che non è accaduto.
Ma la routine di ciò che sta per accadere.
Di ciò che accade ogni giorno, immutato.
Arriva con benedetta prevedibilità.
Sebbene con cambiamenti imprevedibili, spaventosi.
Che solo molto tempo dopo, ti rendi conto che sono accaduti.
Non so cosa sia la felicità.
So però che la sofferenza è
non avere quotidianità.
Nessuna.
La z dell’azione della vita ronza senza posa.
Informazioni sulla pubblicazione della poesia di Mariangela Gualtieri e della traduzione:
La poesia Nove marzo duemilaventi è stata pubblicata dalla rivista Doppiozero (https://www.doppiozero.com/materiali/nove-marzo-duemilaventi)
e nella lingua greca dalla rivista Lifo.GR
https://www.lifo.gr/articles/book_articles/275083/ennea-martioy-dyo-xiliades-eikosi-ena-poiima-tis-italidas-poiitrias-mariantzela-gkoyaltieri
La poesia di Tsimaras Tzanatos è stata pubblicata da The Greek Play Project all’interno dell’ iniziativa Il giorno dopo.
(http://greek-theatre.gr/public/gr/greekplay/index/newview/2074)
Prima pubblicazione in italiano da Pioggia Obliqua
Giorgia Karvunaki (www.giorgiakarvunaki.com) è nata in Grecia, a Creta, nella città di Canea. Ha studiato Scienze Politiche - Indirizzo Internazionale, Lingua e cultura italiana per stranieri, Insegnamento dell'italiano come lingua straniera, Sceneggiatura in Italia e Traduzione - Traduttologia in Grecia.
È membro associato della Commissione internazionale per la storia delle istituzioni rappresentative e parlamentari (ICHRPI) e National Convener per la Grecia dal 2007. Rappresentante accreditata del Nosside, Premio Internazionale di Poesia che è sotto l'Egida dell'Unesco e membro dell'International Theatre Institute (ITI).
Vive ad Atene dove lavora come traduttrice, promotrice culturale e ricercatrice storica. Le sue traduzioni di opere teatrali sono state messe in scena in Grecia e in Italia. Nel 2018 è stata premiata dall' Istituto Italiano di cultura di Atene con il Premio Luigi Pirandello. I suoi articoli, le sue traduzioni e le sue interviste sono stati pubblicati in riviste cartacee ed elettroniche in Grecia, in Italia e in Romania.
La pagina viene presentata per gentile concessione degli autori a Pioggia Obliqua